martedì 3 giugno 2008

L’Eritrea e l’Etiopia di Alberto Pollera (1873-1939).

Barbara Sorgoni, Etnografia e colonialismo. Quali rapporti legarono l’esperienza coloniale italiana in Africa orientale alla riflessione etnologica che andava maturando tra la fine dell’ottocento e i primi decenni del novecento? Per esplorare e ricostruire, almeno in parte, questa complessa rete di relazioni è indispensabile riferirsi ai lavori – resoconti, rapporti, relazioni, ma anche monografie – dei tanti "etnografi per caso", vale a dire coloniali, sia militari che civili, la cui produzione ha indubbiamente segnato lo sviluppo della disciplina antropologica e la pratica dell’amministrazione coloniale. Ripercorrendo la vicenda biografica di Pollera, funzionario coloniale ed etnografo che in Africa trascorse pressoché tutta la vita, Barbara Sorgoni si propone di delineare la figura di un uomo, di uno studioso, di un amministratore coloniale, sicuramente singolare e per molti aspetti unica. Il percorso umano e intellettuale di Pollera è tratteggiato attraverso l’analisi dei suoi scritti – dalle sue celebri opere monografiche sulle popolazioni eritree ed etiopiche (I Baria e i Cunama, La donna in Etiopia) ai diari dei suoi viaggi, alla corrispondenza privata, ai documenti ufficiali rinvenuti nel corposo archivio familiare. L’esame delle carte del fondo personale e la consultazione delle fonti archivistiche ufficiali insieme ai ricordi dei familiari del funzionario lucchese consentono all’autrice di ricostruire le tappe della sua carriera di amministratore coloniale: dal suo primo incarico civile come reggente del Gasc e Setit, a quello di commissario del Seraè, di regio agente commerciale prima a Dessiè e poi ad Adua, ed infine di console a Gondar. Dallo studio della vita e delle opere di Alberto Pollera emerge la sua ferma convinzione che il programma di colonizzazione non potesse prescindere dal miglioramento delle condizioni di vita materiale delle popolazioni soggette, dalla comprensione storica e culturale dei costumi locali, nonché dal riconoscimento del potere delle autorità tradizionali. La biografia intellettuale di Barbara Sorgoni dà voce anche ad alcune ambiguità e incongruenze del pensiero e dell’atteggiamento del funzionario-etnografo. Si narra pertanto della sua pronta adesione al programma fascista di aggressione all’Etiopia, incomprensibile a fronte dell’opinione costantemente sostenuta circa l’opportunità di mantenere rapporti pacifici con l’impero del negus, nonché del silenzio dei suoi ultimi lavori sulle violenze e sulle brutalità dello squadrismo fascista all’indomani della conquista etiopica. Contro la legislazione che il regime stava approntando in quegli anni sulla "questione dei meticci", Pollera – che ebbe sei figli dall’unione con due donne native – si oppose con vigore e fermezza, pur facendo parziali concessioni, in alcuni suoi scritti, alla politica razziale fascista. L’accurato saggio di Sorgoni getta luce anche su questi aspetti più complessi e sfuggenti, pur nella consapevolezza di come la distanza spaziale e temporale dal contesto analizzato renda difficile, se non talvolta impossibile indagare sino in fondo le ragioni di scelte e comportamenti. Bollati Boringhieri, Torino, 2001, pp 261, € 20,66. (Eliana Pili)

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