lunedì 2 febbraio 2009

Appello per la difesa e la sicurezza dei migranti africani

Picchiati, rapiti, gettati in pasto agli squali. I migranti irregolari, provenienti soprattutto dall’Africa, subiscono spesso queste atrocità, durante i così detti “viaggi della speranza” verso un Paese d’accoglienza. Lo ha rilevato l’International Catholic Migration Commission (ICMC), che ha effettuato un monitoraggio sulle centinaia di “carrette del mare” messesi in viaggio tra il 16 ed il 23 gennaio nelle acque africane. Il quadro che ne è emerso è desolante: “Molti dei sopravvissuti a queste traversate – afferma la Commissione all'agenzia Cisanews – sono rifugiati che arrivano dalla Somalia o che vogliono sfuggire alle violenze perpetrate in Etiopia, Eritrea e Congo”. “Gli uomini, le donne e i bambini che si mettono in viaggio - continua l’ICMC - vengono spesso bastonati o sequestrati. I barconi che li trasportano sono così affollati che alcuni, addirittura, muoiono soffocati. E in vista della terraferma, molti di loro vengono gettati fuoribordo - a prescindere dal fatto che sappiano nuotare o no – e si ritrovano in acque infestate dagli squali”. L’ICMC sottolinea poi come le procedure carcerarie in Europa, negli Stati Uniti e in altre nazioni sviluppate siano sempre più caratterizzate da un estremo affollamento, che porta a mescolare i criminali con gli immigrati irregolari, e gli uomini con donne e bambini, anche nelle zone riservate ai servizi igienici. Per questo, la Commissione cattolica lancia un appello ai governi, alle istituzioni internazionali, alla società civile ed ai mass media perché rispondano con urgenza ad una tale tragedia. Un secondo invito, infine, viene rivolto ai vescovi di tutto il mondo, affinché guardino alla dignità, ai bisogni ed ai diritti di migranti e rifugiati non solo dopo il loro arrivo nei Paesi di accoglienza, ma anche prima e durante il viaggio. (I.P.)

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