domenica 15 febbraio 2009

Italia-Etiopia, nel 2009 si stringono i rapporti commerciali

Il Bel Paese è il primo fornitore dello Stato africano tra i membri Ue Addis Abeba - L'Italia e l'Etiopia nel 2009 stringeranno i loro rapporti commerciali. Il 26 e 27 febbraio partirà una missione organizzata dal Ministero allo Sviluppo Economico volta a creare nuove opportunità etiopia.jpgcommerciali sul mercato etiope per le aziende italiane e a giugno, anche con il supporto del Ministero degli Esteri, verrà organizzato a Roma il primo meeting sull'Africa, che avrà cadenza annuale e al quale saranno invitati i Ministri africani del Commercio e dell'Industria. L'obiettivo principale è quello di selezionare i settori dell'economia verso i quali rivolgere l'attenzione nel 2010. "L'Etiopia è un Paese di grande interesse strategico - ha dichiarato Adolfo Urso, sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega al Commercio Estero nel corso della Country Presentation sull'Etiopia svoltasi ieri all'Istituto del Commercio Estero a Roma - non solo per gli straordinari vincoli di amicizia con l'Italia, preziosi per intensificare i rapporti commerciali, ma anche perché è un'area con più di 80 milioni di abitanti che rappresenta uno dei mercati più grandi dell'Africa Subsahariana". Nel 2007, secondo i dati ufficiali, il tasso di crescita del Pil etiope è stato dell'11,5%, nel 2008 dell'8,5% e nel 2009 dovrebbe attestarsi intorno al 7,5%. Tra gennaio e settembre 2008 l'export italiano verso l'Etiopia è stato di 137 milioni di euro. "Importante esportatore di prodotti agricoli, tra cui caffè, frutta tropicali e fiori esotici, il Paese - ha aggiunto Adolfo Urso - ha bisogno di un forte sviluppo delle infrastrutture, per valorizzare il commercio interno". L'Etiopia dunque potrebbe rivelarsi un paradiso commerciale per gli imprenditori italiani intenzionati ad investire nel Paese africano, un partner commerciale affidabile a cui il Bel Paese è legato anche da fattori storici e culturali. "L'Etiopia ha grande importanza come mercato commerciale per l'Italia - ha commentato Giampaolo Bruno, responsabile dell'Ice di Johannesburg in Sudafrica, competente per Etiopia e Tanzania - essendo il 2° Paese africano per dimensioni dopo la Nigeria e avendo una popolazione di circa 80 milioni di abitanti. Con l'Italia poi ci sono forti legami sia a livello storico che culturale. L'Etiopia offre grandi potenzialità per le nostre imprese, in particolare nei settori agroalimentare, pelli e prodotti in pelle, turismo, ingegneria leggera, infrastrutture, trasporti, energie, telecomunicazioni ed acque. L'Etiopia negli ultimi tempi è stata tributaria di una serie di finanziamenti da parte di alcuni istituti internazionali come la Banca mondiale. L'Italia è il primo fornitore tra i Paesi dell'Ue e il 5° nel mondo per lo Stato africano. Noi forniamo beni strumentali, macchinari meccanici, autoveicoli e parti di autoveicoli, macchine agricole". Come del resto in tutto il mondo, la crisi economica ha lasciato i suoi segni anche nell'ex colonia italiana. Ma il Paese, che guarda al futuro, ha già predisposto delle soluzioni per cercare di marginare il problema. "L'Etiopia - ha spiegato Giampaolo Bruno - ha risentito nello scorso anno della crisi economica, anche per fattori interni, come i tassi cresciuti molto velocemente e un Pil che ha raggiunto l'11,5%. Questo ha provocato una forte crescita della domanda, che non è stata bilanciata dall'offerta e di conseguenza una forte inflazione e uno squilibrio nella bilancia dei pagamenti. L'Etiopia ha chiesto un prestito di 50 milioni di dollari al Fondo Monetario Internazionale per far fronte a questa situazione. Sono 4 o 5 le aziende italiane medio grandi che operano su suolo etiope, poi esiste una numerosa comunità italiana, residuo della colonizzazione o giunta dopo la fine del regime e una associazione di imprenditori italiani che operano nei settori delle costruzioni, dei servizi e del turismo. Tra le principali aziende italiane ci sono l'Iveco, che ha costituito una joint venture con un'omologa azienda etiope per l'assemblaggio di veicoli da turismo, la Salvi Costruttori, jatropa.jpgche realizza dighe e impianti idroelettrici, ed altre società interessate allo sviluppo delle energie rinnovabili che si ricavano dai semi di piante oleaginose, come la jatropha, pianta presa in considerazione per trovare energie alternative di biomasse. In Etiopia esistono grandi potenzialità inespresse e lo scopo della missione italiana è proprio quello di stimolare una più intensa penetrazione commerciale italiana in loco". Secondo i dati presenti nel rapporto semestrale redatto dall'Ufficio commerciale del Ministero degli Affari Esteri, "l'interscambio Italia-Etiopia - si legge nel documento - è stato caratterizzato da una importante crescita del valore degli scambi tra il 2004 ed il primo semestre 2008, e dall'aumento del saldo commerciale, registrando nello scorso anno, un saldo commerciale a favore del nostro Paese di 116,5 milioni di Euro, con un aumento di circa il 28% sul valore delle importazioni e del 17% su quello delle esportazioni (nel 2006, importazioni ed esportazioni +5%). Nel periodo gennaio-giugno 2008 (ultimo dato disponibile) si conferma il trend positivo per il nostro Paese, che ha registrato un surplus commerciale pari a circa 62 milioni di Euro. L'Italia, benché continui a subire la competitività di prodotti provenienti da Paesi del Medio e Estremo Oriente (specialmente Cina, Arabia Saudita, India e Emirati Arabi Uniti), cui l'Etiopia preferisce rivolgersi per l'acquisto di beni di consumo a prezzi più concorrenziali ma di qualità più scadente, sembra conservare un vantaggio per prodotti alimentari, macchinari e prodotti altamente specializzati per costruzioni e l'industria, elettrici ed elettronici e medicali". Nel rapporto del Ministero degli Affari Esteri, alla voce "presenza economica italiana in Etiopia", si legge che essa "è testimoniata dall'esistenza ad Addis Abeba di un'Associazione (IBCA, Italian Business Community Association), che riunisce circa 70 imprenditori residenti e non, di cui alcuni stranieri che hanno rapporti con l'Italia. L'Associazione, in attiva collaborazione con l'Ambasciata, costituisce un importante punto di riferimento per gli imprenditori italiani interessati a conoscere meglio questo Paese e pastori.jpgle sue risorse. Gli operatori italiani residenti in Etiopia, impegnati in attività di piccole e medie imprese di diritto etiopico sono circa 200 ed operano prevalentemente nei seguenti settori: commercio, costruzioni, officine meccaniche, elettromeccaniche, metalmeccaniche, calzature, pelletteria, turismo, industria di componentistica per autoveicoli, tipografie, falegnamerie, ristorazioni, materie plastiche, agricoltura ed allevamento". Ma quali sono i reali vantaggi per gli imprenditori che decidano di investire nello Stato africano? "L'Etiopia - come viene spiegato nel documento ministeriale - offre ai potenziali investitori abbondanza di manodopera a basso costo, un ampio mercato interno e numerosi bacini fluviali che offrono un enorme potenziale per l'irrigazione e la produzione di energia idroelettrica. È proprio per la costruzione delle grandi opere infrastrutturali, come strade, dighe, etc., che si prospettano commesse finanziate dalla Banca Mondiale, dalla Banca Africana di Sviluppo e da altre istituzioni finanziarie internazionali".

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