domenica 15 febbraio 2009

Scamarcio, l'immigrazione e' opportunita'

BERLINO - "Perché per gli immigrati non si parla mai di integrazione, ma solo di problema? Di 'casa nostra' e 'casa loro'". Riccardo Scamarcio a Berlino spara su certa politica e sul modo che si ha anche in Italia di affrontare il tema dell'immigrazione. E lo dice perché è al Festival di Berlino proprio per la sua interpretazione di un immigrato, Elias, protagonista del film fuori concorso di Costa-Gavras che uscirà in Italia il 6 marzo con il titolo 'Verso l'Eden'. A mettere le cose a posto, verso l'integrazione, secondo l'attore potrebbe essere la cultura: "Ma lo Stato pensa solo a tagliare i fondi e invece dovrebbe fare qualcosa, perché la cultura può davvero aiutare a risolvere i problemi con il suo messaggio anche di educazione, bellezza e rispetto anche dell'altro". E si può dire che Scamarcio ha esperienza di quello che dice: "Girando il film in Francia sono entrato in un bar vestito da Elias. Volevo solo chiedere un'aranciata, ma mi sono reso conto che avevo difficoltà a farmela dare. Solo quando hanno visto i soldi si sono tranquillizzati. Il problema - continua l'attore - c'é ed è in noi e le proposte fatte dai governi francesi e italiani, non ultima quella della tassa sul permesso di soggiorno non va certo verso la risoluzione dei problemi". Non è vero poi che l'immigrazione non porta il suo contributo per il nostro paese: "In Puglia ad esempio c'é un gruppo di albanesi che hanno messo sù un'impresa che va molto bene. Gente che porta lavoro nella nostra patria. Insomma l'immigrazione è anche un'opportunità". Il vero problema è, dice Scamarcio: "Che la mia generazione è cresciuta in un mondo di cui si parla solo come una cosa che va sempre di più verso il peggio e questo alimenta un cinismo che non aiuta". Sulla caratterizzazione del personaggio Elias che spesso ricorda i caratteri di Chaplin e Buster Keaton, Scamarcio riconosce che le figure di questi due attori sono state per lui fonte d'ispirazione: "Certo non posso dire che non mi sono ispirato a Keaton anche se non ho avuto indicazioni in questo senso da parte di Costa-Gavras, ma non ho mai pensato di poterlo imitare. Sarebbe impossibile. Il mio personaggio comunque più che portarlo verso la realtà ho cercato di amplificarlo nel suo idealismo. Non ho voluto renderlo reale e spingerlo nell'aspetto fantasy perché mi sentivo così di elevarlo a simbolo dell'immigrazione".

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