sabato 7 febbraio 2009

Tassa per Soggiorno? Già paghiamo 80 euro.

Lo stato Italiano fa pagare ai richiedenti asilo politico che sono nei CPT, per il rilascio del documento di viaggio 47 euro. Un assurdita perché queste persone che sono state pescati in mare, che non hanno un euro in tasca sono costretti a chiedere prestito, e alcuni vendono per fino le sigarete che il centro gli passa per racimolare soldi e pagare per ricevere il documento di viaggio. Ci troviamo difronte ad una politica anti-immigrati, ma che non disdegna di toglire il poco che hanno. Spesso vengono butatti fuori dal CPT senza un euro intasca per trasporto costretti a mendicare, questo il sitema di accoglienza vergognoso di questo paese. Chiediamo al Minstro dell'Interno, di usare i fondi europei per l'integrazione per provedere ai bisogni dei rifugiati. Quando un rifugiato lascia il CPT non sa dove andare e come andare, perché non hanno soldi non possono pagare il treno per spostarsi verso altre città di questo paese. Non tutti trovano sistemazione nei centri di seconda accoglienza che sono limitattissimi. Oggi si parla di aggiungere altra tassa per il permesso di soggiorno, già ogni immigrato oggi paga 80 euro tra spese postali 30euro e 40euro per ogni anno di validita del permesso di soggiorno, più 14,60 di marca da bollo. Cosa si vuole aggiungere di più? neanche gli Italiani pagano tutto questo per un documento. Sono forme di discriminazioni perché questo governo haveva detto nessun aumento di tasse ai cittadini, ma si vuole colpire gli immigrati cariccandoli di sovratasse o contributi come si vuole chiamare. Signor Ministro gli immigrati non sono una gallina dalle uova d'oro! Non si risolvono i crisi con provedimenti di questo tipo che discrimina una categoria della società civile. Chiediamo un progetto di integrazione ed inclusione sociale di immigrati, non criminalisare più di 4 milioni di immigrati che oggi producono richezza a questo paese il 9% del PIL e prodotto da lavoratori stranieri, quindi l'Italia dovrebbe dire un grazie a tutti questi lavoratori. Mosè

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