lunedì 25 maggio 2009

Cei: "Norme ambigue sulla sicurezza Operai licenziati come fossero zavorra"

Le parole del cardinale Bagnasco aprono la 59esima Assemblea dei vescovi Condanna i respingimenti, no al testamento biologico, basta con il negazionismo ROMA - Tra immigrazione e crisi economica, tra bioetica e negazionismo. E' la prolusione del presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, alla 59esima Assemblea dei vescovi italiani. Con critiche al ddl sicurezza e alla strategia dei cosiddetti "respingimenti", e un monito sul rispetto di una cultura del lavoro che non consideri "gli operai zavorra". Bagnasco rinnova l'appello a difesa degli embrioni e riafferma il "no" della Chiesa al "diritto a morire" ricordando che le parole pronunciate da Benedetto XVI nel recente viaggio in Terra Santa hanno chiuso definitivamente le polemiche sul negazionismo. Sicurezza e immigrati. "I respingimenti non funzionano", dice il presidente della Cei. "Il fenomeno non si governa solo con l'ordine pubblico". E anche le "significative correzioni non hanno superato tutti i punti di ambiguità" già denunciati dai vescovi. Insieme alla sicurezza dei cittadini, "deve essere salvaguardata la libertà di emigrare per migliorare le proprie condizioni e protetto il diritto di asilo", come sostengono da tempo le organizzazioni umanitarie internazionali. Per disinnescare il problema immigrazione, la Cei offre il consiglio di migliorare le condizioni economiche e sociali dei paesi di origine degli immigrati e offrire loro un'effettiva integrazione, assicurando un'Italia multietnica "nel rispetto delle leggi da parte di tutti". Bagnasco e i lavoratori. A ventiquattro ore dall'appello del Papa a Cassino che ha invitato a trovare "valide soluzioni alla crisi occupazionale", il presidente della Cei torna sul tema dei precari, per i quali "gli ammortizzatori previsti sono davvero modesti. "Troppo spesso, nell'attuale difficile congiuntura economica, i lavoratori sono stati scaricati come fossero un'inutile zavorra, una qualunque merce di scambio sottoposta alla legge della domanda e dell'offerta''. Non è accettabile "una concezione meramente mercantile del lavoro umano". Diritto alla vita e alla morte. Bagnasco mette in guardia sul "rischio strisciante di eugenetica" che "potrebbe insinuarsi nel nostro costume a causa di interpretazioni della legge 40 sulla fecondazione artificiale e aprire la strada verso un diritto giuridico a morire. "Il morire non può diventare un diritto che taluno invoca per sè o per altri", dice il cardinale, ribadendo ciò che la Chiesa ha già detto in occasione del dibattito parlamentare innescato con il caso Eluana e proseguito con il testamento biologico. "Una legislazione del genere avrebbe conseguenze fatali sui diritti umani". "Basta con il negazionismo". L'Assemblea dei vescovi è stata poi l'occasione per ribadire una volta ancora che la Chiesa respinge le tesi sul negazionismo. Il recente viaggio in terra Santa del Pontefice ha "definitivamente chiarito le posizioni" di Benedetto XVI. "Se equivoci avevano potuto sorgere all'indomani di Ratisbona o per il grave negazionismo di taluno - ha affermato il numero uno dei vescovi italiani- questo viaggio ha definitivamente chiarito le posizioni".

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