sabato 9 maggio 2009

IL CASO DEGLI IMMIGRATI ‘RESTITUITI’ ALLA LIBIA. PREOCCUPAZIONE DEL VATICANO

di MONICA VIVIANI ROMA. «Violate le norme internazionali sui diritti dei rifugiati». Dopo le critiche dell’Onu, anche il Vaticano scende in campo contro il rimpatrio di clandestini in Libia. Dal Pontificio Consiglio per i Migranti al Sir, dalla Caritas all’Osservatore Romano: la preoccupazione è unanime. E intanto un altro barcone, con 77 clandestini a bordo, veniva riportato in Libia. «La normativa internazionale prevede che i possibili richiedenti asilo non siano respinti, e che, fino a che non ci sia modo di accertarlo, tutti i migranti siano considerati rifugiati presunti». A ricordarlo è monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti. Sulla stessa linea il Servizio informazione della chiesa italiana che, citando Quyen Ngo Dinh, presidente della Commissione migrazioni di Caritas Europa e responsabile dell’area immigrati della Caritas di Roma, scrive che «qualsiasi respingimento in mare lede il diritto d’asilo» e definisce “una vergogna” il fatto che siano state respine persone che «hanno già subito delle persecuzioni nei rispettivi Paesi». Dal canto suo anche l’Osservatore Romano ricorda che «anzitutto la priorità del dovere di soccorso nei confronti di chi si trova in gravi condizioni di bisogno» e che «i migranti devono poi essere ricoverati presso strutture che possano fornire adeguate garanzie di assistenza e di rispetto dei diritti umani». Intanto la Conferenza episcopale, per bocca del direttore dell’Ufficio per la pastorale degli immigrati padre Gianromano Gnesotto, si schiera contro il nuovo pacchetto sicurezza del governo, e in particolare contro l’introduzione del reato di immigrazione clandestina che secondo i vescovi italiani oltre a mettere a repentaglio i diritti umani degli immigrati, mette in pericolo il riconoscimento dei diritti “fondamentali” alla salute e all’istruzione di tutti i cittadini. E mentre la Commissione europea fa sapere di attendere maggiori dettagli prima di pronunciarsi sui respingimenti, la portavoce italiana dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, Laura Boldrini, ribadisce che l’Italia, rimandando in Libia gli immigrati in navigazione verso Lampedusa, ha violato il diritto internazionale. Questa decisione «ci preoccupa - ha detto la portavoce - perchè è contraria al principio fondamentale del Diritto internazionale dei rifugiati e della stessa Convenzione di Ginevra del’51, cioè il principio del non respingimento». Intanto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, difende «l’operazione condotta di concerto tra l’Italia e la Libia» perchè «conferma l’avvio di una nuova fase nel contrasto all’immigrazione clandestina». Anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa si dice «convinto che quello dei respingimenti è la soluzione più giusta perchè così si salvaguarda l’incolumità delle persone» perchè «o si accetta che queste persone sbarchino e vengano portate nei Centri causando loro inutili sofferenze oppure si vuole eludere la legge». Infine persino per Piero Fassino (Pd) «il respingimento alle frontiere è un’azione legittima di contrasto dell’immigrazione clandestina prevista dagli accordi internazionali». (rassegna stampa Messaggero Veneto)

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