martedì 4 agosto 2009

RIFUGIATI: GESUITI, NEGATI LORO DIRITTI, PAPA CHIEDE PREGARE PER LORO

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 4 ago - Papa Benedetto XVI, nell'intenzione di preghiera per il mese di agosto, ha invitato i cattolici di tutto il mondo di pregare ''perche' sia piu' avvertito dalla pubblica opinione il problema di milioni di sfollati e rifugiati e si trovino soluzioni concrete alla loro situazione spesso tragica''. Eppure, in Italia i loro diritti sono ''calpestati anche se si parla sempre di un'attenzione verso di loro''. La denuncia arriva da p. Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli gestito dal Servizio dei gesuiti per i rifugiati. ''Siamo contenti - afferma il sacerdote in un'intervista alla Radio Vaticana - che il Santo Padre ci sostenga, invitandoci a pregare per i 42 milioni di rifugiati che ci sono nel mondo. Questo dovrebbe risvegliare le coscienze di quanti hanno la responsabilita' ed il potere di cambiare le sorti di questo mondo. Sorti che ci preoccupano fortemente come credenti, perche' i diritti delle persone vengono calpestati anche se si parla sempre di un'attenzione verso di loro''. ''In Italia - aggiunge -, in questo momento, con il nuovo decreto sicurezza, siamo profondamente preoccupati per le sorti dei rifugiati. Viene riconosciuto loro il diritto all'asilo politico in quanto firmatari della Convenzione di Ginevra, pero' di fatto glielo neghiamo perche' impediamo loro di arrivare e quindi di fare richiesta''. Per il presidente del Centro Astalli, di fronte alla condizione dei rifugiati ''non possiamo considerarci non responsabili di quanto sta accadendo nel nostro mondo'': ''Anche con le nostre scelte quotidiane possiamo avallare questo modo di fare o possiamo dire ''no'. Possiamo volere che questo mondo cambi, in modo da consentire a tutti di vivere in pace e di professare la propria fede nella propria terra, nella propria cultura e con la famiglia, mantenendo il proprio lavoro''. ''Ci rattrista - conclude il sacerdote - il fatto che l'Unione Europea diventi sempre piu' una fortezza concentrata sul contrastare il fenomeno degli arrivi piuttosto che preoccuparsi delle persone, accogliendole e capendo cosa non sta funzionando. Si devono aiutare rispettando la vita delle persone che sono costrette a venire in Italia e in Europa''.

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