lunedì 25 gennaio 2010

Beirut, cade Boeing etiope esclusa l'ipotesi attentato

Non è stato un attentato terroristico a causare la caduta in mare questa notte a largo delle coste di Beirut del Boeing 737-800 delle linee aeree etiopi con a bordo 90 tra membri dell'equipaggio e passeggeri, tra cui la moglie dell'ambasciatore francese in Libano. Lo ha affermato il presidente libanese Michel Suleiman. Parlando in una conferenza stampa congiunta col ministro dei trasporti Ghazi Aridi, Suleiman ha anche assicurato che le forze armate libanesi stanno lavorando assieme all'Unifil, la missione Onu schierata nel sud del Libano, per cercare di portare in salvo eventuali superstiti. Fino ad ora, secondo quanto riferito dai media locali, sono stati recuperati cinque corpi senza vita. Degli 83 passeggeri nella lista, 54 sono libanesi, 22 etiopici, un iracheno e un siriano, oltre ad altri cinque libanesi con passaporti rispettivamente canadese, russo, francese e britannico. In Libano è stato poco fa decretato lutto nazionale. L'aereo, diretto ad Addis Abeba, è precipitato poco dopo il decollo dall'aeroporto di Beirut intorno alle 2:30 locali (l'1:30 in Italia), e il luogo del disastro è stato identificato a circa 3 km e mezzo dalla costa libanese, di fronte alla località di Naame, una decina di km a sud di Beirut. Testimoni oculari citati dalla tv locale Lbc hanno affermato di aver visto "una palla di fuoco" cadere in mare. "Non si può ancora dire con certezza quale sia stata la causa del disastro", ha affermato il ministro Aridi, che non ha però escluso che "le pessime condizioni meteorologiche" possano aver contribuito, se non determinato, l'incidente. Lunedì 25 gennaio 2010 08.48

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