sabato 30 gennaio 2010

Immigrati, Comuni nel mirino per troppi 'favori'

Massa, nuove minacce al vice sindaco. Lettere minatorie al prefetto e al sindaco di Arezzo INTOLLERANZA RAZZISTA. La Toscana è a rischio? Massa, 30 gennaio 2010 - Ancora scritte minacciose contro la vicesindaco e assessore all’edilizia del comune di Massa e ancora lettere minatorie ad Arezzo, recapitate stavolta al sindaco del capoluogo e al prefetto. Alla base di questa offensiva delirante sembra esserci un comune denominatore: il razzismo, l’antisemitismo e soprattutto presunti favoritismi agli extracomunitari che verrebbero compiuti a Massa nell’assegnazione delle case popolari e in provincia di Arezzo con le politiche per l’integrazione. Episodi diversi e geograficamente lontani ma che concorrono a creare un clima di tensione come sottolinea, condannandolo, il presidente del consiglio regionale Riccardo Nencini che esprime solidarietà a tuitti i destinatari delle minacce. «Rosarno = Massa, Nardi 6 la 1 della lista» e poi la stella a cinque punte e il logo Br. La nuova scritta minatoria scoperta ieri mattina su un muretto lungo una strada collinare di Massa ha reso chiara, a dispetto della “firma” terroristica, la matrice razzista delle minacce che hanno colpito negli ultimi giorni la vicesindaco e assessore all’edilizia del Comune, Martina Nardi, ma anche il sindaco, Roberto Pucci. Riferimenti a Rosarno e alle case popolari che il Comune di Massa concederebbe agli stranieri erano già presente nella lettera minatoria, anch’essa siglata con il logo Br, scoperta dalla polizia giovedì mattina in municipio, abbandonata sul tavolo di un usciere durante l’allarme bomba provocato da una telefonata anonima al 113. La busta era indirizzata: “X il vicesindaco Nardi” e conteneva anche alcune cartucce di fucile. Nella notte tra martedì e mercoledì, inoltre, una stella a cinque punte con la scritta Br era stata tracciata anche sul muro della villetta del sindaco, che si trova non lontano dal muro su cui ieri è stata scoperta la nuova scritta minatoria ai danni di Nardi. Ad Arezzo invece circolano lettere di contenuto razzista e con minacce ai destinatari. Il primo ad essere colpito il sindaco di Montevarchi, poi il primo cittadino del capoluogo Giuseppe Fanfani e il prefetto Salvatore Montanaro. Secondo l’estensore, o gli estensori, delle lettere, i sindaci sono «rei» di favorire gli immigrati e le politiche dell’integrazione. Nell’ultima missiva in ordine di tempo, arrivata in coincidenza con il Giorno della Memoria, si inneggia all’olocausto e ad Auschwitz, con la quale Arezzo si è gemellata. Questo potrebbe essere l’elemento scatenante del risentimento antisemita che ispira le lettere a Fanfani e Montanaro. E non a caso nelle missive si loda Luc Nancy, il filosofo francese autore del libro Il mito nazi. E’ polemica invece a Pontedera per alcuni manifesti che annunciano una manifestazione in ricordo dei caduti nelle foibe e in cui appare una croce celtica stilizzata. I manifesti sono firmati da un gruppo di «nostalgici della repubbica sociale italiana». L’iniziativa è stata stigmatizzata dal sindaco della città. Le aperture del canditato presidente della regione del centrosinistra Enrico Rossi sui centri di identificazione per gli immigrati vengono apprezzate dal deputato del Pdl Gabriele Toccafondi che ha invitato il suo partito ad aprire un dialogo. Rossi si è detto in linea massima disponibile purché i centri rispettino i criteri di umanità e di accoglienza, aggiungendo che comunque preferirebbe piccoli centri e non uno solo a livello regionale come invece è intenzionato del governo. D’accordo con Rossi si è dichiarata l’Italia dei Valori mentre un giudizio negativo è arrivato da Sinistra ecologia e libertà e da Sinistra per la Costituzione. Da parte sua la neo candidata alla presidenza del Pdl Monica Faenzi ha dichiarato che «tra le prime cose da fare c’è l’abrogazione della legge toscana sull’immigrazione che di fatto legittima i clandestini».

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