domenica 10 gennaio 2010

In Internet: il 1 marzo sciopero degli immigrati

Maroni: Rosarno, bomba innescata Nonostante il Vaticano abbia condannato le gravi condizioni di lavoro cui sono sottoposti gli immigrati e Papa Benedetto XVI abbia ricordato nell’Angelus domenicale che «un immigrato è un essere umano da rispettare» richiamando le istituzioni a «non venire meno alle proprie responsabilità», per il governoil problema resta unicamente l’immigrazione clandestina. Ribadendo che gli immigrati irregolari trasferiti nei centri di accoglienza, come previsto dalla legge, verranno espulsi, il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha spiegato che «purtroppo a Rosarno è avvenuto quello che temevamo». La colpa è delle «autorità locali e territoriali», che attraverso dieci anni di tolleranza e lassismo hanno consentito la nascita di comunità di extracomunitari che erano delle vere e proprie «bombe innescate». Ci sono «responsabilità diffuse che non intendiamo più tollerare», perciò il titolare del Viminale ha lanciato il suo messaggio: «In Calabria lo Stato c'è: interverremo nel Sud per supplire alle mancanze locali». E mentre Maroni si concentra sugli immigrati, c’è anche chi richiama l’attenzione su un altro fattore determinante nelle rivolte di Rosarno. Alberto Cisterna, sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia (Dna), è convinto che «a sparare agli immigrati sono stati sicuramente uomini della 'ndrangheta, per far vedere che sono loro a controllare il territorio». «Quando la gente si e' sentita aggredita - ha detto il magistrato in un’intervista ad “Avvenire” - si e' rivolta ai mafiosi che sono stati costretti ad intervenire perché non possono perdere la faccia». Intanto si muove anche la società civile. Sabato a Roma associazioni antirazziste e immigrati si sono ritrovati in piazza dell'Esquilino, nei pressi del Viminale, per un presidio «contro l'intolleranza e i lager dei migranti» che ha vissuto anche momenti di tensione quando alcuni manifestanti hanno tentato di sfondare il cordone di polizia per portare la loro protesta sotto il ministero. E in rete cresce il dibattito attorno allo «Sciopero degli stranieri», un’iniziativa nata attraverso il blog “1 marzo 2010”: «Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?», si chiedono i promotori della manifestazione ispirata e collegata all’analoga iniziativa francese «La journée sans immigrés: 24h sans nou».

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