mercoledì 13 gennaio 2010

Israele, un altro muro. Per fermare gli immigrati africani

Bene, a quanto pare è in arrivo il muro numero 3. Di che cosa stiamo parlando? Della barriera anti-immigrati che il governo israeliano ha intenzione di costruire lungo il confine con l’Egitto. E che si va ad aggiungere al muro sotterraneo che gli egiziani stanno costruendo per bloccare i tunnel diretti alla Striscia di Gaza, oltre alla famosa “barriera difensiva” che già separa Israele dalla Cisgiordania. Insomma, verrebbe da pensare che di muri da quelle parti ce ne sono già troppi. Ma non la pensa così il primo ministro Benyamin Netanyahu, che domenica sera ha annunciato il progetto (da 270 milioni di dollari!) per “chiudere il confine del Sud ai terroristi e ai clandestini.” Dunque in questo caso non si parla solo di questioni di sicurezza, ma anche di lotta all’immigrazione clandestina. Però c’è qualcosa che non torna: tanto per cominciare, il confine con l’Egitto non è certo la frontiera-chiave per fermare i clandestini (più in là spiego perché). E poi ancora una volta il rischio è che a pagare il prezzo di una misura di sicurezza siano dei poveracci che non c’entrano nulla con il terrorismo e altri problemi. Ma come, anche Israele ha un problema di immigrazione clandestina? Stando agli ultimi dati, sono circa 280 mila i lavoratori stranieri, regolari e clandestini, che vivono in Israele. Il governo aveva cominciato a rilasciare permessi di soggiorno durante la Seconda intifada, quando ha chiuso le frontiere ai lavoratori palestinesi e di conseguenza bisognava trovare qualcuno per sostituirli. Ma recentemente l’esecutivo ha dato il via a un giro di vite per espellere gli irregolari. Piccolo problema: la stragrande maggioranza di questi lavoratori stranieri, legali e clandestini, non arrivano certo dal confine egiziano. Si tratta soprattutto di filippini e di tailandesi (ma anche i cinesi sono in aumento) che arrivano in aereo. Dal confine con l’Egitto, invece, passano soprattutto profughi africani. Non si tratta di persone in cerca di lavoro, bensì di rifugiati politici o di guerra, che fuggono soprattutto dal genocidio del Darfur e dal regime dell’Eritrea. Per leggere un reportage di Panorama.it sui rifugiati del Darfur in Israele, cliccate qui. * annamomigliano * Martedì 12 Gennaio 2010

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