lunedì 1 febbraio 2010

L'Europa accoglie il 14% dei rifugiati, Italia 'responsabile'

Uno studio del Parlamento Ue propone l'indice di responsabilità per ciascun Paese, che tenga conto dei flussi delle richieste e della capacità d'accoglienza: Svezia al primo posto, Malta fanalino di coda BRUXELLES - L'Europa non accoglie più del 14% delle richieste d'asilo provenienti dal resto del mondo e il loro numero va riducendosi di anno in anno: 220 mila nel 2007, 420 mila nel 2002. In altre parole, l'Europa accoglie un rifugiato politico ogni 2.200 abitanti europei. E' quanto si ricava da uno studio del Parlamento europeo sui costi economici e sociali per l'accoglienza dei richiedenti asilo negli Stati membri, indagine che mostra differenze considerevoli tra un paese e l'altro. Il Parlamento europeo propone quindi dei metodi di misurazione del fenomeno e formula alcune proposte per una piu' equa ripartizione delle responsabilita'. Un primo gruppo di indicatori tendono a definire la "capacita'" di uno Stato membro ad accogliere i richiedenti asilo, basandosi principalmente su tre fattori: il Pil pro capite, il numero di abitanti e la dimensione del territorio (densita' della popolazione). Combinando e ponderando tutte e tre le dimensioni (indice di capacita' 1), i 5 paesi con la piu' alta "capacita'" sono Svezia, Finlandia, Francia, Irlanda e Regno Unito (Italia 8^ posto). Sul lato opposto della scala si trovano, Romania, Bulgaria e Malta. Un secondo gruppo di indicatori tende invece a misurare il "flusso" delle richieste di asilo. Da questo punto di vista, i flussi piu' elevati sono in Svezia, Francia, Regno Unito e Grecia (Italia al 6^ posto), i piu' bassi in Polonia, Slovenia e nei paesi baltici. Combinando "capacita'" e "flussi", il rapporto del Parlamento europeo giunge ad elaborare una sorta di "indice di responsabilità". In sintesi, Il risultato mostra, ad esempio, che la Svezia ha la maggiore capacita' e un altrettanto elevato flusso di richiedenti asilo; la Finlandia ha un'alta capacita' ma flussi modesti; Francia, Germania, Italia e Austria hanno capacita' relativamente alte e flussi proporzionalmente elevati; i paesi baltici un flusso delle richieste di asilo molto inferiore alle loro capacita'; Malta, al contrario, una capacita' relativamente bassa e flussi proporzionalmente maggiori. Oltre all'analisi quantitativa e qualitativa dei costi per l'accoglienza dei richiedenti asilo, lo studio del Parlamento europeo elabora una serie di proposte politiche. Innanzitutto, quale che sia il sistema di condivisione delle responsabilita', l'attivazione di misure d'urgenza dovrebbe essere sempre possibile in caso di afflusso massiccio di richiedenti asilo, per esempio in occasione di conflitti o altri grandi catastrofi umanitarie. Il progetto di bilancio per il 2010 indica che questo e' finanziariamente sostenibile. I programmi Ue di solidarieta' e di gestione dei flussi migratori (in particolare il Fondo europeo per i rifugiati e il Fondo di integrazione) dovrebbero invece essere potenziati, con un impegno finanziario piu' forte da parte degli Stati membri. Gli Stati membri che devono far fronte a particolari pressioni devono poter beneficiare di una maggiore compensazione finanziaria, soprattutto in caso di afflusso massiccio ed improvviso di rifugiati. Bisognerebbe inoltre considerare maggiormente le misure per la ri-distribuzione fisica dei richiedenti asilo all'interno dell'Unione europea. Qualsiasi meccanismo di distribuzione dovrebbe pero' tenere conto della "capacita'" relativa degli Stati, piuttosto che basarsi soltanto sui numeri assoluti. Bisogna ad esempio tenere conto del Pil, dell'ampiezza e della densita' della popolazione e del numero effettivo dei richiedenti asilo. (Carlo Caldarini) (Dires - Redattore sociale) 1 febbraio 2010

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