lunedì 2 agosto 2010

Appello: Date il diritto di asilo a gli Eritrei in Libya

Rinnoviamo il nostro appello a favore dei richiedenti asilo politico bloccati in Libya. Chiediamo che venga trovata una reale soluzione al problema, con un progetto di reinsediamento dei rifugiati e bisognosi di protezione internazionale in Europa. La situazione attuale dei 400 eritrei e di circa 3000 tra Somali, Sudanesi, Etiopi ed Eritrei bloccati dal muro di gomma voluto dall'Europa, è una condizione di totale abbandono, gente che sopravive accettando lavoro che gli riduce a nuovi schiavi, donne costrette a prostituirsi, situazioni non più tollerabili di degrado della dignità umana. La sorte che ha toccato gli Eritrei "liberati" dal carcere di Al-Braq, quella di vivere la vita da barboni con un permesso di soggiorno per tre mesi in mano. Tra tre mesi torneranno clandestini, perché non potranno presentare un documento di riconoscimento rilasciato dalle autorità del paese di origine. Ecco perché chiediamo una soluzione vera al problema di questi richiedenti asilo politico eritrei, somali, sudanesi, etiopi. Torniamo a chiedere all'Italia di fare il primo passo offrendo a queste persone un'accoglienza nel su territorio, almeno a quelle persone che gli e stato negato l'ingresso in Italia, che sono state riconsegnate dalle autorità italiane a quelle libiche come ha confermato lo stesso ministro libico, 250 eritrei sono state riconsegnate dai militari italiani a quelli libici. Sappiamo che l'Italia può mostrare il suo volto più umano, lo ha gai fatto anche in passato accogliendo circa 130 eritrei con il programma di reinsediamento dalla Libya. Questa esperienza positiva che da un ingresso legale, protetto ai richiedenti asilo politico, cosi non sono costretti ad affidarsi nelle mani dei trafficanti è rischiando la vita nel mare. Il mediterraneo è già un cimitero a cielo aperto per centinaia di migranti, ricordiamo quello accaduto un anno fa che morirono 73 eritrei nel indifferenza totale dei paesi che si affacciano nel mediterraneo, in particolare di quelli che hanno il compito di pattugliamento congiunto, in primis Frontex che dovrebbe prevenire rischi del genere, non ha fatto nulla per salvare quelle vite umane. Un anniversario doloroso per noi che abbiamo visto morire i nostri connazionali giovanissimi, con tanta voglia di vivere, di speranza in una nuova vita da costruire in Europa, sognando libertà, democrazia e benessere. Aprite una porta !!! Chi è disperato, chi fugge da persecuzioni, guerre, catastrofi naturali possa entrare trovare rifugio. don. Mussie Zerai

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