lunedì 8 novembre 2010

Boeri, cinque promesse agli immigrati "Subito diritto di voto e luoghi di culto"

In via Padova la giornata multietnica del candidato alle primarie con le comunità straniere "Milano non può essere ricondotta alla Padania", avverte. "La città deve accogliere il mondo" di ZITA DAZZI Boeri, cinque promesse agli immigrati "Subito diritto di voto e luoghi di culto" Stefano Boeri in via Padova «Diritto di voto amministrativo, luoghi di culto per tutte le religioni, snellimento delle procedure per il permesso di soggiorno e i ricongiungimenti familiari, consulte stranieri in ogni quartiere e coinvolgimento delle comunità e dei consolati nella preparazione dell’Expo 2015». Chiudendo la festa multietnica di via Padova, Stefano Boeri, che correrà alle primarie di domenica prossima, spiega in cinque semplici punti quello che farebbe se diventasse sindaco di Milano. È da un mese e mezzo che ha preso contatti con le comunità straniere e il risultato si vede in via Padova, dove le associazioni degli immigrati gli si stringono attorno con applausi e abbracci, come se fosse già sindaco. Nella ex chiesetta del parco Trotter, dove si tiene il dibattito conclusivo della Tavola del mondo, ci sono centinaia di persone, fra le quali almeno la metà migranti e figli di migranti. Il pranzo multietnico in via Padova E Boeri, quando ripete che «Milano non può essere ricondotta alla Padania, Milano guarda il mondo e deve accogliere il mondo», viene accolto da un tifo quasi da stadio dai rappresentanti delle associazioni etniche in città. Spiega in modo molto chiaro il suo programma elettorale. Parla di temi che da anni sono dibattuti nelle comunità, nei forum, nelle riviste e nei convegni dove si affrontano i nodi della questione migratoria. In sala, oltre a tante facce note delle comunità africane, latine ed asiatiche, ci sono anche gli esperti che studiano l’immigrazione dal punto di vista statistico e sociologico, ci sono docenti e funzionari dei servizi pubblici e delle scuole che si confrontano col tema giorno per giorno, ci sono le associazioni che assistono i clandestini dal punto di vista sanitario e legale. Boeri questo lo sa, in mattinata è stato a visitare gli immigrati arrampicati sulla torre del Maciachini center in via Imbonati: «La nostra solidarietà a queste persone, che lavorano e che non riescono ad avere i documenti in regola perché la legge Bossi Fini ha creato delle procedure che impediscono alle persone oneste di vivere alla luce del sole e di lavorare in regola, e che impediscono alle famiglie di ricongiungersi». Boeri si impegna in caso di elezione a garantire luoghi di culto, a creare spazi di incontro per gli stranieri, a sostenere le associazioni nei quartieri «perché la sicurezza nei quartieri non si crea col coprifuoco e con l’esercito ma con luoghi di confronto e dialogo stabili fra cittadini, commercianti e immigrati». Applausi a scroscio anche quando promette una «stanza dei quartieri» a Palazzo Marino. Poi il microfono passa ai leader delle comunità, il marocchino Mukrim Abdeljabar. che spiega i problemi di «chi perde il lavoro e quindi anche il permesso di soggiorno», il senegalese Saidou Moussa Ba, che spera ci sia «un sindaco di sinistra che ci ascolti e ci sostenga», l’eritrea Ainom Maricos, che ringrazia: «Finalmente un candidato che non scivola nei linguaggi e nei luoghi comune beceri del passato». (07 novembre 2010)

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