martedì 2 novembre 2010

Stabile occupato di via Collatina 385, ecco cosa ne pensa Mastrantonio

Intervista al presidente del VII municipio sulla delicata vicenda dello stabile di Damiano D’Angeli - 31/10/2010 Con questa intervista al presidente del VII municipio Roberto Mastrantonio facciamo il punto sulla situazione dello stabile di Via Collatina 385, occupato nel 2004 da rappresentanti delle comunità eritrea ed etiopica, in gran parte rifugiati politici e richiedenti asilo. Lo stabile è tornato all'attenzione della cronaca per un incendio segnalato dai Vigili del Fuoco e verificatosi nel mese di agosto. Dapprima proprietà dell’INPDAP è stato successivamente venduto tramite decreto Tremonti ad un fondo immobiliare privato. In seguito all’intervento dell’ACEA per staccare prima l’acqua, poi la corrente nell’edificio, il presidente Mastrantonio ha ritenuto di intervenire chiedendo una proroga, per salvaguardare la salute e la sicurezza degli abitanti, 500 persone di cui molti bambini e la cui condizione materiale di vita ed igienico-sanitaria sarebbe ulteriormente compromessa. Presidente, negli ultimi giorni si è riaperta la questione relativa all’occupazione di via Collatina 385. Ci può aggiornare sui fatti? L’ occupazione di Via Collatina è oramai una situazione storica nel nostro territorio e molto complessa poiché chiama in causa diversi organismi nazionali ed internazionali. Ho iniziato ad occuparmene seriamente nel 2008, perché proprio durante la campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale e dei municipi, c’è stato un caso di meningite alla scuola Gesmundo. I genitori si sono allarmanti, qualcuno anche strumentalmente, addossando la responsabilità agli occupanti, che ricordo sono per la maggior parte profughi eritrei ed etiopici richiedenti asilo politico. Si è appurato in seguito che il caso di meningite riguardava una bambina italiana, però si è proceduto ugualmente con la profilassi e in quel momento ho capito veramente la complessità del problema, perché per entrare nello stabile e intervenire con la profilassi è dovuta intervenire la Croce Rossa Internazionale, in quanto questo stabile sta di fatto sotto la protezione dell’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati politici. Questo vuol dire che il solo Municipio non ha le possibilità di trovare una soluzione al problema? E’ una situazione che il municipio può gestire ma non può fare tutto da solo. Malgrado questo ci siamo attivati soprattutto negli ultimi tempi, perché c’è stato questo passaggio di proprietà dall’INPDAP ad un fondo immobiliare privato. L’INPDAP già in passato aveva previsto il distacco della corrente elettrica, c’era già stato un tentativo dell’ACEA che però, si è potuto risolvere soltanto con il riallaccio della corrente, poiché chiaramente gli occupanti hanno “sequestrato” i dipendenti ACEA facendo salire la situazione ad un più alto livello. Quindi lei si sta muovendo per trovare una soluzione attraverso la collaborazione di tutte le istituzioni. Quali azioni sta portando avanti in questo senso? Ancora una volta il Municipio si è dimostrato capace di saper gestire situazioni molto delicate, nonostante non sia stato facile, in quanto il fondo immobiliare privato ha premuto per una soluzione rapida della vicenda e invece siamo arrivati alla conclusione di revoca della richiesta del distacco da parte di ACEA. Io scriverò una lettera al Prefetto e al Sindaco per chiedergli di occuparsi della vicenda, che coinvolge anche il Ministero degli Interni e degli Esteri. C’è comunque un verbale inviato al Comune e ho assunto l’impegno di ricontattare alcuni rappresentanti delle comunità immigrate presenti nello stabile, per permettere al fondo immobiliare di poter effettuare un sopralluogo e verificare i danni effettivi prodotti dall’incendio e segnalati dai Vigili del Fuoco. Prefetto e Sindaco dovranno farsi carico della situazione insieme al Municipio. Questo porterà ad una soluzione definitiva? E’ evidente che il Prefetto deve farsi carico della situazione, che è sicuramente un’occupazione abusiva e dove c’è sicuramente il diritto del proprietario di salvaguardare lo stabile dai danneggiamenti, ma la cosa che mi preoccupa di più è la tutela di vite umane ed evitare che si ripetano situazioni spiacevoli, come un altro incendio. Devo dire che è positivo che il Sindaco si sia interessato, ad esso invierò il verbale della riunione di municipio riguardo la situazione dello stabile e mi auguro che insieme al Prefetto e al Municipio si faccia carico della vicenda, collaborando a trovare una soluzione a queste persone. Quello dei diritti umani è uno dei temi centrali della vicenda, parlando appunto di immigrati e di rifugiati politici richiedenti asilo. Qual è la sua posizione in proposito? E’ chiaro che in primo luogo vanno tutelate le vite umane, le persone, che non possono finire in dei CIE o rimanere senza un’abitazione. Non è facile contattare queste persone perché parliamo di una sorta di territorio “extraterritoriale”, anche se riusciamo in dei casi ad interloquire ed anche loro vedono nel Municipio un interlocutore credibile. Comunque, quando si presentano problematiche di vario tipo, si sono sempre rivolti a noi e questo è molto positivo perché parliamo di persone che hanno vissuto e vivono situazioni particolari e vanno seriamente aiutate e tutelate, nel rispetto di tutti i cittadini. Come valuta la risposta della cittadinanza a questa vicenda? Questo è un territorio che nonostante tutto sta rispondendo bene all’integrazione sociale-etno-culturale che vede attivamente coinvolte le associazioni culturali e del volontariato più in generale, la Parrocchia di Tor Sapienza e la scuola del quartiere. Una risposta positiva per aiutare gli immigrati, una risposta che in termini politico-amministrativi non deve essere lasciata solo sulle spalle del Municipio.

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