martedì 7 dicembre 2010

ERITREI RAPITI IN SINAI EGITTO:S.CRAXI,GOVERNO SEGUE VICENDA

(ANSAmed) - ROMA, 7 DIC - ''Il Governo italiano sta seguendo con la massima attenzione la questione dei cittadini eritrei sequestrati al confine tra Egitto e Israele. In questi giorni si sono moltiplicati i contatti con le autorita' egiziane al piu' alto livello per segnalare l'attenzione con cui la stampa, l'opinione pubblica e il governo italiano seguono la questione, sulla quale anche il Santo padre ha recentemente richiamato l'attenzione''. Lo afferma, in una nota, il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi. ''L'Ambasciata italiana al Cairo - secondo Craxi - ha segnalato che le Autorita' egiziane non disporrebbero di informazioni specifiche sull'episodio in questione, ma hanno avviato opportuni accertamenti, non molto agevoli in un'area, il Sinai, dove e' forte la presenza di clan beduini nomadi, dediti a traffici illeciti, che cercano di sfuggire al controllo dell'autorita' centrale''. In tutti i contatti intercorsi, - segnala il sottosegretario - la controparte egiziana ha evidenziato l'impegno del Governo e delle forze di sicurezza nel contrasto al traffico di essere umani, fenomeno in crescita legato al continuo flusso di migranti africani che attraversano il Sudan e l'Egitto per recarsi in Israele e altre destinazioni. L'Ambasciata italiana al Cairo ha preso contatto anche con il locale Ufficio dell'Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (Oim), che ha fornito un'analisi della situazione simile a quella egiziana, anch'esso non disponendo di informazioni dettagliate sulla situazione''. ''E' stato inoltre stabilito - conclude Craxi - un raccordo con la Commissione Europea, sia attraverso la Rappresentanza permanente a Bruxelles che la Delegazione Ue al Cairo; quest'ultima ha ricevuto mandato di assumere maggiori informazioni possibili, incrociando le notizie disponibili con quelle in possesso di Amnesty International, Human Rights Watch e le locali Ong. Tutti gli organismi internazionali sono dunque mobilitati, al pari delle Autorita' egiziane, per cercare di arrivare quanto prima ad uno sbocco positivo, ferme restando le difficolta' di operare nell'area interessata.'' Gia' ieri mattina e' intanto scaduto un nuovo ultimatum che i predoni del Sinai hanno intimato ai 250 eritrei rapiti oltre un mese fa e alle loro famiglie. Non ci sarebbero nuovi morti, ma la situazione e' ormai al limite: ''Fate presto, siamo allo stremo'' e' l'appello che i prigionieri hanno fatto arrivare attraverso don Mussie Zerai che tiene i contatti con il gruppo di eritrei sequestrati. Il sacerdote fa sapere che diversi familiari degli ostaggi hanno dovuto versare 500 dollari a testa per tenere in vita i propri congiunti. Denaro che verrebbe inoltrato ai sequestratori attraverso un riferimento che si trova a Il Cairo. ''Tra i trafficanti - aggiunge don Zerai - e' salito il nervosismo anche per il tam tam mediatico sulla vicenda. C'e' il rischio che possano spostarsi insieme ai prigionieri per far perdere le proprie tracce. (ANSAmed).

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