martedì 13 settembre 2011

Indagine del Consiglio d'Europa, su 63 migranti lasciati morire di sete e fame


Comunicato Stampa
Roma 06.09.2011

Esprimiamo la nostra soddisfazione per la decisione del Consiglio d'Europa di istituire una commissione di inchiesta per chiarire le responsabilità della tragedia che si é consumata nel Mediterraneo tra il 25 marzo e il 10 Aprile: 63 su 72 persone, che erano a bordo di un'imbarcazione in difficoltà, hanno perso la propria vita, perché ignorati da tutte le navi che hanno incrociato.
Ieri ed oggi una delegazione della commissione di inchiesta sta in Italia per incontrare tutte le persone ed autorità competenti. 
Ieri, per l'intera giornata, la delegazione ha potuto ascoltare le testimonianze dei tre sopravvissuti alla tragedia, che hanno raccontato la loro odissea in mare per 15 giorni senza ricevere nessun aiuto dalle tanti navi e dai velivoli militari che li hanno avvistati. Hanno assistito alla terribile agonia e morte dei loro compagni, figli e mogli. Persone lasciate morire di sete e di fame. La rappresentante della Commissione di Inchiesta ha incontrato anche don Mussie Zerai, in qualità di persona informata dei fatti (essendo stato lui il primo a ricevere la richiesta di aiuto arrivata sul suo telefono), che a sua volta ha informato la guardia costiera italiana il 26 marzo 2011 della presenza del gommone in difficoltà carico di profughi provenienti dalla Libia.
La delegazione ha incontrato anche la rappresentanza dell'UNHCR in Italia, e l'Avv. Stefano Greco che ha presentato un esposto presso le diverse autorità giudiziarie italiane competenti in materia.
Oggi la delegazione europea incontrerà le autorità italiane, quellei della NATO.
Abbiamo notato l'interesse e la serietà con cui la commissione sta raccogliendo tutti i dati utili al chiarimento e alla individuazione delle responsabilità di chi ha commesso l'omissione di soccorso, lasciando morire 63 persone tra cui bambini e donne in gravidanza e molti giovanissimi ragazzi e ragazze.
Noi chiediamo alla commissione di inchiesta istituita dal Consiglio d'Europa di fare ogni sforzo possibile per chiarire tutta la dinamica dei fatti e le responsabilità personali e quello degli stati che hanno causato questa tragedia. Vogliamo sapere di chi è l'elicottero e chi era la persona a bordo che si è avvicinata a loro offrendo acqua e biscotti, poi non ha mandato nessun soccorso? Vogliamo sapere di che nazionalità fosse la nave portaerei che ha visto a distanza ravvicinata il natante in difficoltà con a bordo persone ormai stremate dalla fame e sete. Così come vogliamo sapere del peschereccio che ha incrociato il gommone ed è  scappato senza prestare aiuto e non ha informato le autorità competenti per chiedere il soccorso
Speriamo che questa inchiesta possa servire per dare una grande lezione morale: le leggi e le convenzioni internazionali per la tutele della vita umana non possono essere calpestate, ignorate o messe in discussione, per interessi politici, economici o quanto altro.
Certe leggi restrittive, che accusano di favoreggiamento d'immigrezione clandestina chi tenta di salvare un'imbarcazione in difficoltà, ha portato molti pescatori ad ignorare ed a non prestare soccorso ai barconi carichi di disperati in pericolo di vita, come ci hanno testimoniato i sopravvissuti a questa ennesima tragedia del Mediterraneo.  
Attendiamo con grande speranza, che da questa commissione di inchiesta possano venire fuori Verità e Giustizia. 
don Mussie Zerai

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