martedì 20 settembre 2011

La possibilità di chiedere asilo in ambasciata mi ha salvato la vita


COMUNICATO STAMPA 
« La possibilità di chiedere asilo in ambasciata mi ha salvato la vita »
Bruxelles, 20 Settembre 2011.  «Non sarei stato in grado di arrivare in Svizzera con le mie sole forze. Poter chiedere asilo presso l’ambasciata svizzera mi ha salvato la vita», ha dichiarato un rifugiato somalo che ha potuto lasciare la Libia grazie ad un visto di ingresso rilasciato dalle autorità svizzere.
La scorsa primavera, a circa 200 persone è stato concesso di viaggiare dal nord Africa alla Svizzera attraverso la procedura svizzera di asilo dall’estero, attualmente unica del genere  in Europa.
Mentre le frontiere Europee sono sempre più chiuse, questo è uno dei pochi canali disponibili per coloro che fuggono dalla persecuzione per raggiungere l’Unione Europea in modo sicuro e legale. La maggior parte delle persone non hanno altra scelta se non quella di rischiare la vita pur di tentare di raggiungere la salvezza. Si stima che da gennaio 2011 più di 1.000 persone siano morte nel Mediterraneo Chi riesce a sopravvivere al viaggio è spesso vittima di efferati atti di violenza e di abusi dei diritti umani.
Nella conferenza organizzata dall’ECRE e dal Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), rappresentanti del Parlamento Europeo, della Commissione Europea, dell’UNHCR e della società civile hanno rilanciato il dibattito sul potenziale delle forme complementari di accesso alla protezione in Europa.
Allo stesso tempo, i partecipanti hanno anche sottolineato che tali procedure non possono sostituire o limitare gli arrivi spontanei di richiedenti asilo sul territorio europeo.  
Attualmente, la legislazione Europea non prevede canali di accesso alla protezione in Europa dall’estero. Comunque i visti per protezione potrebbero essere uno degli strumenti per evitare la perdita di vite e per dare ai rifugiati un’alternativa al mettersi nelle mani dei trafficanti nel tentativo di raggiungere la protezione.
Nel suo discorso alla conferenza, il Commissario Europeo per gli Affari Interni Cecilia Malmström ha anche messo in evidenza il potenziale dei visti per protezione e l’importanza del reinsediamentocome soluzione durevole per tutti quei rifugiati che non riescono a trovare protezione nei paesi in cui sono fuggiti.  


Note per gli editori

Il Consiglio Europeo per Rifugiati e Esuli (ECRE) è  un’Alleanza pan-europea di 68 organizzazioni in 30 paesi, fondata per promuovere i diritti di coloro che cercano protezione internazionale in Europa.

Il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) è un’organizzazione non profit, indipendente e umanitaria, fondata nel 1990 sotto il patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Il CIR lavora con lo scopo di potenziare e coordinare le azioni in difesa dei diritti di rifugiati e richiedenti asilo in Italia. Il CIR è membro dell’ECRE.
ECRE, Asylkoordination, CEAR, il Consiglio Greco per i Rifugiati, Kisa, la Fondazione People for Change, l’Associazione Culturale Acuarinto e la Fondazione Iniziative e Studi Sulla Multietnicità ISMU sono partners del progetto 'Exploring Avenues for Protected Entry in Europe’, di cui il CIR è capofila.
 
Valeria Carlini
Responsabile Relazioni Esterne e Comunicazione
CIR Consiglio Italiano per i Rifugiati
via del Velabro 5/a 00186 Roma
tel. 06 69200114 int 216 fax 06 69200116
e-mail 
carlini@cir-onlus.org

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