venerdì 13 gennaio 2012

Israele: Le Comunità di Richiedenti Asilo politico, preoccupati della Nuova Legge Che Gli considera Criminali.

Lo Stato di Israele nei Giorni scorsi ha discusso e approvato Una Legge Contro l'Immigrazione illegale, http://scr.bi/AwZHVf ma senza distinguere tra richiedenti asilo e gli immigrati, chi in cerca di lavoro e da chi fugge  a causa di guerre o dittature che negano la libertà alle persone. Rischiano tutti la deportazione, la nuova legge stata ripresa in particolare contro i richiedenti asilo che entrano nello Stato di Israele dal confine egiziano.


Una volta arrestati, i profughi possono essere detenuti senza accusa né processo per tre o più anni. La legge consente inoltre la detenzione a tempo indeterminato di una persona da un paese considerato "ostile" a Israele, compreso il Sudan. Quindi i profughi sudanesi che sono le vittime del regime Sudanese, pagheranno anche per l'ostilità di chi gli ha costretti a fuggire, nei confronti del paese che speravano che gli accogliesse. Doppiamente Vittime!

I bambini che viaggiano con i loro genitori sono incondizionatamente soggetti alla nuova legge, tutto ciò comporterà un grave danno alla vita dei bambini, non che una grave violazione del diritto del infanzia.  Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo (UNCRC), approvata nel 1989.

Questa legge approvata dal parlamento israeliano è un vero affronto al diritto internazionale. "Il passaggio e l'attuazione di questa legge si scontra con degli obblighi di Israele ai sensi della Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951 e di altri strumenti internazionali sui diritti umani", come giustamente ha dichiarato Ann Harrison, vice direttore ad interim di Amnesty International per il Medio Oriente e Nord Africa.

Israele ha il diritto di proteggere i suoi confini, ma non ha il diritto di abbandonare i suoi obblighi internazionali sui diritti umani, e quello dei richiedenti asilo, rifugiati e migranti, o di criminalizzarli come 'infiltrati', questo genere di politica sono i combustibili per la xenofobia e la discriminazione in molti ambiti della vita dei migranti, ci sono già dei segnali preoccupanti di intolleranza e discriminazioni nei posti di lavoro, scuole.

Secondo la Convenzione di Ginevra del 1951, un rifugiato, o qualcuno che è fuggito dal suo paese per un motivo ben fondato, non possono essere espulsi dal paese in cui lui o lei si è rifugiato, anzi verificati i requisiti devono essere concessi i diritti di base.

Tuttavia, in sostanza, la nuova legge contraddice tale obbligo, permettendo che i richiedenti asilo e profughi siano trattati come dei criminali, solo in virtù della loro situazione di essere persone in fugà.

I richiedenti asilo provenienti dall'Eritrea e dal Sudan, spesso costretti a fare il viaggio attraverso l'Egitto in Israele, anche se il viaggio è diventato più pericoloso i rapporti di attacchi nella penisola del Sinai sono in aumento. Lo confermano le tante testimonianze di Persone che hanno subito violenze indicibili. La nuova legge speriamo solo che abbia lo scopo di scoraggiare ulteriormente le persone che tentino di entrare in Israele.

Attualmente, i richiedenti asilo che vengono presi mentre attraversano la frontiera sono detenuti per alcune settimane prima di essere rilasciati.

Fonti attendibili hanno anche riferito che Israele ha un centro di detenzione per immigrati previsto che sarà in grado di contenere 10.000 detenuti, diventando così il più grande impianto di tale livello globale. Creare un Lager di questa entità nello stato di Israele, stride fortemente con la storia stessa del popolo ebraico.

Israele spero che tratti le Persone richiedenti asilo e i profughi che sono senza documenti, in linea con i valori del rispetto dei diritti umani e civili dichiarati e suoi obblighi internazionali. Israele dovrebbe abbandonare il progetto di  criminalizzazione dei profughi e la costruzione di strutture detentive per richiedenti asilo e immigrati, inviterei a spendere più risorse per la prevenzione e lotta contro il traffico di esseri umani e di organi, impegnarsi nella creazione delle condizioni favorevoli per una vita dignitosa e liberi nei loro paesi di origine.
don Mussie Zerai

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