Ginevra, 28 giugno 2018
Il tema
profughi e rifugiati ha messo in crisi la solidarietà europea, nonostante solo
il 0,1% dei rifugiati abbia tentato di arrivare in Europa; oggi abbiamo oltre
68 milioni di rifugiati nel mondo, l’Europa si arrovella per cercare soluzioni
ma le proposte fino ad ora sul tavolo sono insufficienti, spesso disumane. Esternalizzazione
delle frontiere, muri, filo spinato, leggi restrittive, centri di detenzione
che violano la dignità e le libertà fondamentali della persona, spogliando la
persona dei suoi diritti non negoziabili in nome della sicurezza, tutto questo
negli ultimi 25 anni ha fatto crescere le vie illegali, il traffico di esseri
umani e di organi.
I
governi europei devono ricordare che il diritto dei deboli non è un diritto
debole! Quindi bisogna trovare soluzioni che non violino i diritti dei migranti
e rifugiati.
La
nostra proposta è
1.
Prevenzione: Difendere
il diritto a non essere migranti forzati da cause come guerre, dittature,
persecuzioni e cambiamento climatico etc. … quindi prevenzione nei paesi di
origine evitando conflitti, violazioni dei diritti fondamentali dei cittadini,
democratizzando maggiormente i paesi di origine.
2.
Protezione:
bisogna individuare i paesi di transito che stanno accogliendo maggiormente
profughi e rifugiati senza chiuderli in campi profughi in zone depresse, e che
lasciano libertà di movimento e di inserimento
nella società come il caso di Uganda e Etiopia che offrono il diritto allo
studio e lavoro a profughi arrivati da paesi vicini; investire risorse per
creare le condizioni dignitose di vita in questi contesti, creare lavoro, infrastrutture
e rafforzare le istituzioni democratiche di questi paesi.
3.
Accoglienza/Integrazione:
servono accessi legali per richiedenti asilo e migranti lavoratori; usare gli
strumenti già previsti per legge oggi, rilascio di visti umanitari, approntare
programmi di reinsediamento di rifugiati, facilitare i ricongiungimenti
famigliari allargandoli orizzontalmente, istituire la figura dello sponsor come
già succede in Canada, offrire borse di studio, corridoi umanitari. Per i lavoratori,
aprire ingressi e visti di lavoro o per ricerca di lavoro dando precedenza ai
paesi più poveri del pianeta.
Queste
proposte sarebbero d’aiuto per la sicurezza di chi fugge da scenari di
persecuzioni e di guerra, ma anche per chi accoglie profughi; se arrivano con
visti regolari si evita di arricchire criminali e trafficanti.
Abbiamo
bisogno che gli stati membri dell’Unione Europea facciano ogni sforzo possibile
per trovare soluzioni più umane e rispettose della dignità umana.
Padre Mussie Zerai, Agenzia Habeshia
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