venerdì 10 gennaio 2020

Libya, the appeal of the refugees: “We are trapped in the lager with no escape routes

“About 650 people, women and men of different nationalities, including 400 Eritreans and Ethiopians, live constantly in fear, because we continuously hear gunshots nearby, we are closed here, without protection, without escape routes in case of attack, we risk our lives” . It is the dramatic appeal that comes from a group of migrants in the detention centers in Libya, relaunched by Don Mussie Zerai, president of Habeshia.The evacuation request tells of an inhuman situation that hundreds of refugees live every day. “Our concentration camp – said the migrants – is also used as a weapons depot this fact increases the risk that we become a probable military target. Between 27 and 28 December they bombed some structures very close to ours, this fact increases the terror that pervades all of us”.
Then the appeal: “We ask the help of all European institutions and humanitarian agencies to mobilize to find and implement an extraordinary evacuation plan. Every hesitation and postponement endangers the lives of hundreds of human lives”.Don Zerai, considered the guardian angel of migrants, also experienced the drama on his skin and was also nominated for the Nobel Peace Prize. “We can say that we live in a pigsty. – we read in the post where the detention center is called” lager “- We have not received anything for personal hygiene for months, we have been forced to drink salt water, of which we do not know the Health problems are on the agenda; the most serious are the people affected by the TB. We urgently need medical checks, especially those who take care of people who are already in a clear state of need, whom we see in front of we wear ourselves out, as if they were candles burned by the disease, which is consuming them from within. Now we feel abandoned, many of us have fallen into depression, others try to escape to take the sea route, all from the desperation in which we are left to survive. We have cases of attempted suicide, among those who have been for a year and more, forced to move from one concentration camp to another, without seeing a window for their future “.
The difficulties have increased with the heightening of political tensions within the country: “We live in constant danger, not to mention privations, and degradation and degrading conditions for our human dignity in which we are forced to survive. We ask for help all European institutions and humanitarian agencies to mobilize to find and implement an extraordinary plan to evacuate these vulnerable people “.

Urgente !! Appello per l'evacuazione immediata di Profughi intrappola nei lager Libici


Circa 650 persone, donne e uomini di diverse nazionalità di cui 400 eritrei ed etiopi, viviamo costantemente nella paura, perché sentiamo continuamente spari nelle vicinanze, noi chiusi qui, senza protezione, senza vie di fuga in caso di attacco, rischiamo la vita. Il nostro lager è usato anche come deposito di armi questo fatto aumenta il rischio che diventiamo probabile obiettivo militare, tra il 27 - 28 Dic 2019 hanno bombardato alcune strutture molte vicine al nostro, questo fatto aumenta il terrore che pervade tutti noi.

dal punto di vista interno a questo lager, si può dire che viviamo in un porcile. sono mesi che non riceviamo nulla per l'igiene personale,  siamo costretti a bere acqua salata, di cui non sappiamo la provenienza, problemi di salute è all'ordine del giorno, i più gravi sono le persone colpite dal TBC, che sono circa 40 persone, di cui 10 non hanno mai avuto nessuna assistenza, 3 sono in condizione gravissime, che nessuno si sta prendendo cura, con il grave rischio di trasmettere a tutti noi la malattia. Si erano affacciati per un attimo medici  circa un mese fa, poi non gli abbiamo più visti. Noi abbiamo bisogno urgente di controlli medici tutti, sopratutto che si prendano cura delle persone già in evidente stato di necessità, che gli vediamo davanti a noi consumarsi, come se fossero delle candele arse dalla malattia, che gli sta consumando da dentro. Ora ci sentiamo abbandonati, molti di noi sono caduti in depressione, altri tentano la fuga per prendersi la via del mare, tutto questo dalla disperazione in cui siamo lasciati a sopravvivere. Abbiamo casi di tentato suicidio, tra coloro che sono da un anno e più, costretti a spostarsi da un lager ad un altro, senza vedere uno spiraglio per il loro futuro. Poche settimane fa una donna malata che non ha trovato le cure è morta qui, anche una bambina 3 anni, ha perso la vita dopo una caduta, per il mancato di un tempestivo soccorso è morta. Ecco da ogni punto di vista viviamo in pericolo costante, per non parlare delle privazioni, e il degrado e le condizioni degradanti per la nostra dignità umana in cui siamo costretti a sopravvivere.

Chiediamo l'aiuto di tutte le istituzioni europee e delle agenzie umanitarie di mobilitarsi per trovare e mettere in atto un piano straordinario di evacuazione di queste Persone vulnerabili che oggi si trovano nelle condizioni descritte dalle testimonianze che abbiamo raccolto. Ogni tentennamento e rinvio mette in pericolo la vita di centinaia di vite Umane. 

don Mussie Zerai