giovedì 8 novembre 2007
Italia: Accoglie 40 Eritrei provenienti dalla Libia
COMUNICATO STAMPA
Agenzia Habeshia (A.H.C.S): La vera soluzione per i richiedenti asilo politico, è un programma di RESETTLMENT. Chiediamo la libertà per gli Eritrei attualmente nelle carceri libiche, e il rispetto dei diritti Umani e Civili, di questi ultimi, in Libia.
Dopo mesi di denunce sulle condizioni di degrado in cui versano centinaia di eritrei nei centri di detenzione in Libia, abbiamo fatto nostro l’appello lanciato dall’UNHCR, affinché i paesi ricchi accolgano un gruppo di rifugiati. Oggi il primo passo concreto dell’Italia con l’arrivo delle prime 40 persone, di cui 5 uomini, 34 donne, e un neonato, tutti cittadini Eritrei già riconosciuti dall’UNHCR rifugiati.
Questo grazie ad un programma di resettlment attuato in collaborazione con il Ministero degli Interni, la Provincia di Rieti, il Comune di Cantalice, il Consiglio Italiano per Rifugiati, e l’O.I.M.
Ringraziamo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, che ha sollecitato il Ministero degli interni italiano. Ringraziamo il Ministro Giuliano Amato, per la disponibilità data per l’accoglienza di una quarantina di cittadini Eritrei. Siamo riconoscenti per l’impegno profuso dal C.I.R, e dalla Provincia di Rieti e al Comune di Cantalice per l’accoglienza dei rifugiati eritrei. Riteniamo questo solo un primo passo verso un serio programma di resettlment annuale, perché pensiamo che questo sia uno strumento per la lotta all’immigrazione clandestina. Auspichiamo che l’Italia si faccia portavoce in Europa, spingendo in questa direzione affinché si trovino soluzioni concrete ai tanti richiedenti asilo politico che affollano le carceri libiche. Serve un ingresso legale e protetto per questi ultimi, per evitare che si sentano costretti ad affidarsi a trafficanti di carne umana, con tutto quello che ne consegue. Speriamo da qui a breve di non sentire più
storie di naufragi e di barconi carichi di immigrati.
L’ingresso legale di questi 40 rifugiati è una grande speranza per tanti altri. Tutto questo oggi è stato possibile grazie ad una volontà politica e a un investimento in termini economici e di risorse umane; ciò ha fatto si che si realizzasse il sogno di questi 40 rifugiati eritrei. Altre centinaia di persone nella stessa condizione sono in attesa che qualche altra nazione europea o l’Italia stessa si faccia avanti, per avviare o proseguire un programma di resettlment dalla Libia verso l’Europa.
Denunciamo ancora una volta, la situazione di migliaia di cittadini eritrei richiedenti asilo politico e rifugiati politici, già riconosciuti tali dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, che attualmente sono nelle carceri Sudanesi o Libiche, come quello di Zawiyah di cui abbiamo una viva testimonianza "Siamo in 500 immigrati di cui 103 eritrei 3 dei quali minorenni. Siamo continuamente maltrattati dalle guardie carcerarie libiche, il 01.09.2007 tutti noi eritrei siamo stati spogliati e picchiati con fruste, bastoni, e addirittura calci negli organi genitali, tutto questo davanti alle donne, e per lo più senza ragione. Il 22.10.2007 tre eritrei sono stati picchiati dalle guardie sulle piante dei piedi, al punto che non si reggevano più in piedi." Dal racconto drammatico dei detenuti emerge ancora " Siamo stati lasciati per 3-4 mesi senza un abito di ricambio e tuttora non abbiamo nulla per cambiarci, non abbiamo possibilità di fare il bucato perché
non manca il sapone, la puzza è insopportabile" e anche "10 persone a causa della sporcizia hanno il corpo pieno di piaghe, e ci stanno contagiando tutti, in 4 mesi non abbiamo mai avuto possibilità di vedere un medico, per tre mesi non abbiamo visto la luce del sole. Siamo scalzi non abbiamo scarpe né coperte per difenderci dal freddo… siamo ammassati in una stanza in più di 50 persone e in totale assenza d’igiene" sono in condizione igieniche sanitarie vergognose. Sono anche vittime di discriminazione religiose "Qualche giorno fa stavamo pregando, sono arrivate le guardie ci hanno malmenato chiamandoci giudei" è questa la Libia ormai partner dell’Europa e membro del consiglio di sicurezza dell’ONU.
Misratah, 250 km a est di Tripoli, più di 624 eritrei di cui 60 bambini al di sotto dei 12 anni e perfino alcuni che stanno per nascere. E’ preoccupante lo stato di salute dei detenuti, la diffusione delle malattie polmonari come TBC, oltre a scabbia e dermatiti, attacchi asmatici, problemi intestinali, in oltre denunciamo la carenza di cibo, acqua e coperte.
Chiediamo all’UE e all’ONU che pretendano dalla Libia il rispetto dei diritti Umani e la firma delle convenzioni internazionali sui diritti dell’Uomo. Siamo esterrefatti dal fatto che la Libia oggi faccia parte del consiglio di sicurezza delle nazioni unite. Come è possibile che uno stato come la Libia, che non ha mai aderito a nessuna convenzione internazionale in materia di rispetto dei diritti civili ed umani, oggi si sieda nel consiglio di sicurezza delle nazioni unite? Chiediamo che si pretenda la firma delle varie convenzioni a partire dalla convenzione di Ginevra del 1951 con le relative ratifiche e la dichiarazione universale su diritto dell’Uomo.
L’A.H.C.S & A.H.E.I chiedono il sostegno e collaborazione di tutti per destare l’attenzione dell’opinione pubblica e quella istituzionale su questo dramma che sta vivendo il popolo Eritreo in Libia.
Per tanto invitiamo tutti gli organi di stampa a dare voce a questa richesta delle comunità di Eritrei in Italia, che chiedono al governo Italiano di farsi carico di questa situazione nelle sedi UE, ONU.
Per ulteriori informazioni:
UFFICIO STAMPA A.H.C.S
Tel/Fax 06. 69610234
Cell.3384424202 E-mail: agenzia_habeshia@ yahoo.it
http://habeshia. blogspot. com
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