martedì 16 settembre 2008

USA: VESCOVI, TROPPE VIOLAZIONI DIRITTI UMANI IMMIGRATI

Citta' del Vaticano, 16 set. - (Adnkronos) - Nel pieno di una crisi economica imponente e alla vigilia di nuove e decisive elezioni presidenziali, gli Stati Uniti devono fare i conti con problemi urgenti di politica interna, non ultima la questione immigrazione e ''sicurezza nazionale'', di fondamentale interesse per il Paese e inevitabilmente presente sull'agenda di entrambi i candidati alla Casa Bianca. E' quanto rileva l'agenzia di stampa vaticana Fides promossa dalla Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli che riporta la denuncia della Conferenza episcopale degli Stati Uniti per la quale l'immigrazione non puo' essere declassata a tema legato unicamente alla sicurezza, mentre sono moltissime le aziende che fanno lavorare gli immigrati irregolari privi di documenti. In questo contesto, nonostante le severe strategie messe in atto dalle diverse amministrazioni Usa sin dalla prima era Clinton, non si ferma il flusso di ingressi illegali provenienti in maggioranza dal Messico, provocando un cortocircuito interno alle politiche di immigrazione. Come ha spiegato a Fides Kevin Appleby, Direttore dell'Ufficio politiche per l'immigrazione della Conferenza episcopale Usa, ''in tutto il Paese vi sono fabbriche ben note per l'utilizzo di immigrati senza documenti. Tuttavia, i blitz (delle forze di sicurezza, ndr) sono iniziative estremamente preoccupanti, perche' deportando i lavoratori non si tiene conto dell'impatto su famiglie, bambini, comunita''' e si viola una seconda volta la dignita' di quelle donne e di quegli uomini. I clandestini vengono ''assunti'' per lavorare con stipendi da fame e in condizioni disumane, dietro il ricatto del viaggio pagato per arrivare negli Usa. Per restituire il debito contratto, al lavoratore clandestino vengono spesso sottratti i documenti, finche' non avra' completato il risarcimento, sempre molto lontano nel tempo per via della paga insufficiente. Questi immigrati vivono dunque per lunghissimi periodi in uno spazio indefinito, magari stipati in ''colonie'' prive di servizi o condizioni di vita decenti, e sfruttati con lavori estenuanti per oltre 12 ore al giorno, senza il rispetto delle norme minime di sicurezza, o dei diritti fondamentali dell'uomo. (Fpe/Zn/Adnkronos)

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