“Il traffico
internazionale di esseri umani: Sinai e oltre”
Rapporto di Miriam van Reisen, Meron Estefanos
e Conny Rijken
Camera dei Deputati,
Sala del Refettorio (Palazzo San Macuto, via del Seminario 76)
11 dicembre 2013 ore
15,30
Relatori:
-
Miriam
van Reisen, docente di scienze sociali all’università di Tilburg, direttrice
dell’Europe External Policy Advisor (Eepa) di Bruxelles
-
Meron
Estefanos, giornalista e co-fondatrice della Commissione internazionale dei
rifugiati eritrei di Stoccolma
-
Alganesh
Fissehaye, presidente Ong Ghandi
-
Don
Mussie Zerai, presidente dell’agenzia Habeshia, responsabile per la Pastorale
per gli Eritrei ed Etiopi in Svizzera
Partecipa Laura
Boldrini, presidente della Camera dei Deputati
Introduce e coordina
i lavori Emilio Ciarlo,
consigliere del viceministro
degli Esteri con delega all’Africa sub sahariana e responsabile del
Dipartimento internazionale del gruppo Pd alla Camera dei Deputati
Presentazione
Il rapporto è l’aggiornamento
o, per meglio dire, il completamento di un precedente dossier elaborato dallo
stesso team di studiosi e osservatori, che ha rivelato la terribile situazione
in cui sono precipitati migliaia di giovani, uomini e donne i quali,
perseguitati e costretti a fuggire dal proprio Paese, sono finiti preda di una
rete criminale internazionale. Vengono quasi tutti dal Corno d’Africa: oltre il
90 per cento dall’Eritrea, gli altri dall’Etiopia, dalla Somalia o dal Sudan. Catturati
durante il viaggio verso l’Europa o Israele oppure rapiti intorno o addirittura
all’interno dei campi profughi in Sudan o in Etiopia, sono diventati “merce
umana”: prigionieri da sfruttare, con riscatti di decine di migliaia di dollari
a testa (le ultime richieste sono arrivate a 50 mila) come prezzo per riavere
la libertà o la minaccia, in alternativa, di una vita da schiavi in vendita al
miglior offerente, torture, morte.
Oltre ad ampliare il
lavoro precedente descrivendo gli itinerari della disperazione che portano al
Sinai e qual è la situazione nella regione a quasi due anni di distanza, la
nuova inchiesta completa il quadro analizzando le risposte che danno a questo
fenomeno le istituzioni e le “autorità” dei paesi africani che i profughi
attraversano prima di arrivare nel Sinai o anche dopo, una volta che abbiano magari
riconquistato in qualche modo la libertà, con particolare riferimento alle
politiche adottate nei confronti dei rifugiati. Persino l’eventuale rilascio,
infatti, non è risolutivo e il futuro di questi uomini e donne resta estremamente
incerto: rischiano di essere di nuovo sequestrati, di essere arrestati nei
paesi di transito, di subire altri ricatti e rimpatri forzati verso i paesi da
cui sono fuggiti per sottrarsi a morte, carcere e persecuzione.
Condotta “sul
campo”, con una larga messe di dati e racconti di numerosi
testimoni-protagonisti dei fatti narrati, la ricerca mira in sostanza a dar
voce alle vittime di questa tragedia, con un obiettivo: chiedere una diversa
politica di accoglienza da parte dell’Unione Europea nei confronti dei rifugiati.
Sono strettamente connessi, infatti, il problema del traffico internazionale di
esseri umani e l’atteggiamento, le scelte, che l’Europa e i singoli stati
nazionali adottano per i richiedenti asilo e i migranti. Affonda qui le radici
anche la stessa recente strage di Lampedusa, che ha suscitato così vasta
commozione e sensazione in tutto il mondo: le circa 400 vittime stavano
fuggendo dal mondo descritto nel dossier, nella speranza di trovare rifugio in
Europa.
Il rapporto, oltre
che a Bruxelles, verrà presentato a Tel Aviv, al Cairo, ad Addis Abeba, a
Londra, New York, Washington. Per l’Italia è previsto un secondo incontro a
Lampedusa, simbolo della speranza per migliaia di profughi.
Nessun commento:
Posta un commento