Immigrazione, l'Europa risponde all'Italia: "I soldi per gestire gli sbarchi ci sono. E sono adeguati"
L'Huffington Post | Di Laura Eduati Pubblicato: 22/04/2014 18:19 CEST | Aggiornato: 22/04/2014 18:35 CEST
"Finiti i soldi dei soccorsi ai barconi dei migranti" è il titolo del Corriere della Sera.L'operazione Mare Nostrum, inaugurata dal governo di Enrico Letta dopo il terribile naufragio di Lampedusa per soccorrere i profughi direttamente in mare, ha salvato 21.728 persone dall'inizio dell'anno.
Un'impennata rispetto al 2013, quando sbarcarono quasi 43mila persone nell'arco dei dodici mesi. Un'opera di salvataggio che costa 300mila euro al giorno, 9 milioni al mese. Angelino Alfano, che già aveva lanciato l'allarme dei 600mila richiedenti asilo pronti a salpare verso l'Italia, ora pensa a un appello all'Europa affinché possa dare una mano concreta all'Italia. E il suo collega di partito, il senatore Renato Schifani, da Twitter chiede un "piano Marshall" per affrontare il problema degli sbarchi.
La risposta arriva direttamente dalla commissaria europea agli Affari interni, Cecilia Malmström . Tramite i suoi collaboratori, Malmström rende noti tutti i finanziamenti europei destinati all'Italia per l'accoglienza dei richiedenti asilo, per la difesa delle frontiere e l'integrazione dei migranti. Fondi ordinari e straordinari.
A proposito di questi ultimi, l'annotazione è chiarissima: "Nel 2013 i finanziamenti per l'emergenza sono stati i più alti di sempre". Soltanto nelle settimane seguenti al naufragio degli oltre 300 migranti eritrei a Lampedusa, fa sapere lo staff della commissaria, sono stati elargiti al governo Letta 30 milioni di euro: i primi ad arrivare, il 12 dicembre scorso, sono stati 6 milioni per la protezione delle frontiere e cioè per il pattugliamento e il salvataggio dei migranti; pochi giorni più tardi, il 17 dicembre, all'Italia sono stati concessi 10 milioni per l'aiuto ai rifugiati e ai richiedenti asilo. Infine le operazioni coordinate da Frontex hanno ricevuto 7,9 milioni di fondi extra.
Non solo. Sempre secondo le informazioni ricevute dalla ministra europea per la sicurezza interna, l'Italia nel periodo 2007-2013 "ha ottenuto il 13,4% delle risorse totali allocate per la gestione dell'asilo e dell'immigrazione: 478.754.919 euro". Circa mezzo miliardo di euro, dei quali il 50% circa destinato esclusivamente alla difesa delle frontiere marine e terrestri: 250.178.432 euro. Le altre somme sono state così ripartite: 36.087.197 euro al fondo per i rifugiati, 148.679.573 per il fondo integrazione e 43.809.714 al fondo che finanzia i rimpatri forzati dei migranti illegali.
Una cifra molto simile viene data al nostro Paese per il periodo 2013-2020: con 310.355.777 di euro, viene specificato, l'Italia è il secondo Paese con più alta remunerazione per quanto riguarda il fondo per l'asilo e l'integrazione degli stranieri (Amif). Soltanto per il pattugliamento è stato deciso di destinare allo Stato italiano 156.306.897, mentre il fondo di polizia riceverà 56.631.761 euro.
"Gli Stati membri hanno la responsabilità di costruire un sistema efficiente per l'asilo e l'integrazione dei migranti", scrive la commissione Affari interni: "E i governi che fronteggiano un'alta pressione migratoria hanno bisogno di particolare supporto". E questo supporto, viene dichiarato senza sottintesi, viene ampiamente garantito dalla Commissione europea all'Italia: "Attraverso i nuovi fondi per gli Affari interni (Amif e Isf), l'Unione europea promuove la solidarietà, cosicché gli Stati che sopportano il carico finanziario più oneroso possano essere adeguatamente supportati". Nessuna parola diretta alle lamentele del Viminale, ma il messaggio è cristallino: inutile che Alfano si appelli all'Europa, visto che già riceve quanto è necessario.
La legislazione che regola l'erogazione dei fondi però stabilisce con nettezza che deve essere ogni singolo Stato a presentare alla Commissione europea un programma annuale per ricevere poi lo stanziamento.
Proprio nei giorni scorsi il Parlamento europeo ha votato il nuovo regolamento di Frontex, l'agenzia europea che coordina le operazioni di pattugliamento in funzione anti-migranti. Le nuove norme specificano finalmente le regole di ingaggio: d'ora in poi saranno vietati i respingimenti dei barconi verso i porti di partenza, così come si chiede ai governi nazionali di non perseguire i proprietari delle imbarcazioni che dovessero salvare delle vite in mare. Allo stesso tempo il rimpatrio forzato può essere eseguito soltanto dopo l'identificazione dei migranti che stanno attraversando illegalmente la frontiera.
Per quanto riguarda l'emergenza sbarchi di questi giorni, la Caritas fa sapere che per la prima volta dopo anni le associazioni non sono state convocate dal governo per coordinare l'accoglienza dei profughi in arrivo: “Nessuno ha convocato Arci, Croce rossa, Caritas e Cnca come invece fu fatto dal governo Berlusconi al tempo del conflitto in Libia", ha denunciato oggi il responsabile immigrazione Oliviero Forti."Oggi, invece, che questo tavolo è ancora più necessario, nessuno se ne occupa. Questa mancanza di interlocuzione è molto grave, perché siamo noi che mettiamo a disposizione strutture e volontari".