Il regime eritreo, mostrando il suo volto più brutale, nella data di 12 giugno 2019, ha preteso la consegna di tutti centri medici e cliniche gestiti dalla chiesa cattolica. La chiesa cattolica in Eritrea nei ultimi 155 anni ha sempre sostenuto il popolo eritreo in tutti suoi bisogni spirituali, morali e fisici, dal educazione alle cure mediche, a sopperire cibo, alla cura di orfani, poveri, anziani, perché questo è parte del suo mandato di evangelizzazione.
Oggi sembra che siamo tornati al 1982 quando il regime del terrore di Menghistu Hailemariam, confiscava molti beni della chiesa cattolica, compreso conventi, scuole, centri medici, con l'uso della forza bruta, anche l'attuale regime nella data di 12 giugno, si è presentato nei conventi di suore dove si trovavano molti di questi centri medici, anche in zone remote del paese, ha messo sigilli, buttando fuori il personale, pazienti e terrorizzando religiosi e religiose che cercavano di difendere il loro servizio sanitario offerto al popolo.
Popolo che è già provato dalla povertà e anni di repressione, in questi centri e presidi medici trovava l'unico punto di ristoro e di cure mediche, di sostegno morale, per casi estremi anche di sopravvivenza, perché gli veniva somministrato cibo nutriente, come se fossero delle medicine.
La chiesa cattolica in eritrea è stata molto chiara fin dal 1995, che il suo servizio pastorale non è separabile dal suo servizio alla Persona e suoi bisogni fisici, intellettuali e spirituali. La predicazione senza l'atto concreto della carità è monca. Questo atto di chiusura di centri medici è una limitazione alla libertà religiosa, una grave violazione del diritto alla salute che è un diritto fondamentale, cosi come la confisca di proprietà privata della chiesa è un atto ostile e una forma di persecuzione contro una minoranza attiva per il bene di tutto il popolo eritreo senza distinzione.
Nelle strutture della chiesa cattolica, sono stati sempre accolti tutti, a qualsiasi etnia appartengano, di qualsiasi credo fossero, sono stai accolti, curati, educati, sostenuti. Questo tutto il popolo eritreo può testimoniarlo, anche nelle zone più difficili e remoti spesso l'unica presenza è la chiesa cattolica a portare aiuti, cure mediche, cibo e scuole. Il regime si accanisce con la chiesa che è al servizio di tutto il popolo eritreo, una chiesa che con la sua ultima lettera pastorale ha invitato il popolo alla riconciliazione e Pace, nella Verità e Giustizia.
Ci chiediamo questo atto di chiusura di presidi medici, a chi giova ? una cosa certa è un danno per il popolo eritreo che trovava cure mediche nelle prossimità ai loro villaggi e città, spesso questi centri sono meglio attrezzate, meglio fornite di medicinali rispetto a quelle gestite dal regime molto carenti di personale e medicinali per non parlare di strumenti e macchinari. Quindi ci sembra più un atto ostile verso il popolo che la chiesa, come si dice "due piccioni con una fava" il regime colpisce due obbiettivi un atto di inaudita gravita e violenza.
Chiediamo a tutti uomini e donne conviti sostenitori della libertà, della libertà religiosa, del diritto alla salute di manifesta la vostra solidarietà alla chiesa cattolica che in Eritrea. Chiediamo ai governi, in particolare all'UA e UE di intervenire usando tutti i canali opportuni per la tutela dei diritti fondamentale il diritto alla salute e libertà religiosa.
P.S. Alleghiamo al nostro comunicato stampa la lettera originale di Vescovi Eritrei alle autorità del paese.
Oggi sembra che siamo tornati al 1982 quando il regime del terrore di Menghistu Hailemariam, confiscava molti beni della chiesa cattolica, compreso conventi, scuole, centri medici, con l'uso della forza bruta, anche l'attuale regime nella data di 12 giugno, si è presentato nei conventi di suore dove si trovavano molti di questi centri medici, anche in zone remote del paese, ha messo sigilli, buttando fuori il personale, pazienti e terrorizzando religiosi e religiose che cercavano di difendere il loro servizio sanitario offerto al popolo.
Popolo che è già provato dalla povertà e anni di repressione, in questi centri e presidi medici trovava l'unico punto di ristoro e di cure mediche, di sostegno morale, per casi estremi anche di sopravvivenza, perché gli veniva somministrato cibo nutriente, come se fossero delle medicine.
La chiesa cattolica in eritrea è stata molto chiara fin dal 1995, che il suo servizio pastorale non è separabile dal suo servizio alla Persona e suoi bisogni fisici, intellettuali e spirituali. La predicazione senza l'atto concreto della carità è monca. Questo atto di chiusura di centri medici è una limitazione alla libertà religiosa, una grave violazione del diritto alla salute che è un diritto fondamentale, cosi come la confisca di proprietà privata della chiesa è un atto ostile e una forma di persecuzione contro una minoranza attiva per il bene di tutto il popolo eritreo senza distinzione.
Nelle strutture della chiesa cattolica, sono stati sempre accolti tutti, a qualsiasi etnia appartengano, di qualsiasi credo fossero, sono stai accolti, curati, educati, sostenuti. Questo tutto il popolo eritreo può testimoniarlo, anche nelle zone più difficili e remoti spesso l'unica presenza è la chiesa cattolica a portare aiuti, cure mediche, cibo e scuole. Il regime si accanisce con la chiesa che è al servizio di tutto il popolo eritreo, una chiesa che con la sua ultima lettera pastorale ha invitato il popolo alla riconciliazione e Pace, nella Verità e Giustizia.
Ci chiediamo questo atto di chiusura di presidi medici, a chi giova ? una cosa certa è un danno per il popolo eritreo che trovava cure mediche nelle prossimità ai loro villaggi e città, spesso questi centri sono meglio attrezzate, meglio fornite di medicinali rispetto a quelle gestite dal regime molto carenti di personale e medicinali per non parlare di strumenti e macchinari. Quindi ci sembra più un atto ostile verso il popolo che la chiesa, come si dice "due piccioni con una fava" il regime colpisce due obbiettivi un atto di inaudita gravita e violenza.
Chiediamo a tutti uomini e donne conviti sostenitori della libertà, della libertà religiosa, del diritto alla salute di manifesta la vostra solidarietà alla chiesa cattolica che in Eritrea. Chiediamo ai governi, in particolare all'UA e UE di intervenire usando tutti i canali opportuni per la tutela dei diritti fondamentale il diritto alla salute e libertà religiosa.
P.S. Alleghiamo al nostro comunicato stampa la lettera originale di Vescovi Eritrei alle autorità del paese.
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