domenica 23 giugno 2019

Eritrea nega l'evidenza, tenta di nascondere l'atto illegale che ha commesso

L'Ambasciata eritrea a Roma secondo quanto riportato dall'Ansa in questo articolo, tenta di negare l'evidenza.
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2019/06/21/leritrea-ai-cattolici-false-le-accuse-di-persecuzione_7884a58d-9809-4e34-a36c-87277d9c18cd.html

L'Ambasciata parla di uno stato laico, ma quanto sta accadendo in Eritrea non ha nulla a che vedere con un sano stato laico. In molti stati laici la chiesa cattolica vive opera senza subire le vessazioni a cui è sottoposta dal regime in Eritrea. Lo stato laico fondato su uno stato di diritto, democratico, costituzionale non ha nulla a che vedere con la decisione di far chiudere le cliniche, ospedali e presidi medici gestiti dalla chiesa cattolica, con l'arresto di 104 pentecostali, di 5 monaci ortodossi di cui 3 ultra 70enni. Uno stato laico sano, non viziato da ideologia laicista, ateista, maoista, non negherebbe un diritto fondamentale, quale è il diritto alla salute, la libertà.  Uno stato laico avrebbe valorizzato il servizio svolto dalla chiesa cattolica in 155 anni che si è presa cura di tutto il popolo eritreo, anche in tempi bui, di guerre, carestie, sotto un regime totalitario di terrore rosso durato 17 anni. Le istituzioni caritatevoli della chiesa cattolica in Eritrea sono sempre aperti a tutta la popolazione, sopratutto alla povera gente, anzi chi usufruisce del servizio offerto da queste strutture, la maggioranza erano non appartenenti alla confessione cattolica, quindi il tentativo velato di accusare che erano strutture confessionali, cade delle migliaia di testimonianza di pazienti curati nelle nostre strutture, senza distinzione di fede o di etnia.  Il rappresentate del regime a Roma afferma "i piani di sviluppo sociale e di servizi sociali sono di pertinenza governativa e il laicismo, nel quale lo Stato eritreo si riconosce, implica una netta separazione di ruoli, senza che la libertà di culto ne sia minacciata". Il fatto che in eritrea vige un laicismo imbevuto di ideologia ateista e Maoista, che sta uccidendo tutto il settore privato, ha mostrato da sempre un avversità strisciante verso le religioni, sopra tutto verso le confessioni molto attive nella sfera di giustizia sociale, dignità e libertà per la popolazione.
L'Ambasciata parla di libertà di culto, ma dimentica la differenza tra libertà di culto e libertà religiosa, la religione non si esaurisce nella semplice celebrazione del culto, nel caso della chiesa cattolica già nel agosto 1995 aveva dato risposta al governo in totale trasparenza che la chiesa nella sua missione di predicare il vangelo è chiamata a prendersi cura della Persona integralmente, quindi nel corpo e nel anima. La predicazione va di pari passo con azioni concreti di carità verso i bisogni della persone che si presentano lungo il corso della storia dell'umanità. 
Dalla risposta dell'Ambasciata si evince che in eritrea non è contemplata la libertà religiosa, ma solo una limitata "libertà di culto" anche questo ultima solo per alcune confessione come dimostra l'arresto di 104 fedeli pentecostali nelle ultime settimane. 
Una falsità contenuta in questa dichiarazione attribuita all'Ambasciata eritrea a Roma, dove si afferma  "non si tratta di chiusura bensì di passaggio di gestione, secondo quanto sancito dalla legge 73/1995". Questa affermazione è smentita dalla realtà e dalla lettera scritta dal consiglio di gerarchi della chiesa cattolica indirizzata alla ministra della salute. In questa lettera i vescovi cattolici hanno affermato con chiarezza che non hanno acconsentito a nessuna autorità di prendere possesso delle nostre strutture, non hanno accordato nessun passaggio di gestione. Le strutture sono state chiuse con sigilli messi da militari, non stanno svolgendo nessun servizio per la popolazione, quindi parlare di "passaggio di gestione" è un falso che nega l'evidenza della realtà dei fatti in corso. 
Se mai ci chiediamo dopo questi gravissimi fatti che negano un diritto fondamentale quale è il diritto alla salute, il diritto alla libertà di scelta del paziente dove farsi curare, la violazione di libertà religiosa e libertà di azione alla chiesa cattolica, questo totale assenza di uno stato di diritto, il settore privato non è tutelato in nessun modo, chi si fiderà a venire ad investire in eritrea, senza nessuna garanzia? Le strutture che oggi il regime fa chiudere, erano tutte legalmente operanti nel paese, alcune di queste cliniche sono state aperte su richiesta del regime stesso, che oggi le fa chiudere, senza nessuna motivazione plausibile, senza un percorso legale, senza dare il diritto al proprietà di difendere il proprio servizio. 
Il regime con questo atto eclatante di chiusura di 21 cliniche, ospedali e presidi medici, ha confermato l'assenza totale di uno stato di diritto.

don Frumenzio

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