mercoledì 11 settembre 2013

Il Papa: Fare Accoglienza non Elemosina.



Oggi in Italia il 90% dei richiedenti asilo e rifugiati sono costretti a vivere in condizione di totale indigenza, in certi casi nel degrado anche per la loro dignità umana.
 La visita del Santo Padre Francesco, prima a Lampedusa poi nel Centro Astalli, richiama tutti al senso di responsabilità e fare il proprio dovere. In primis lo stato italiano che ha il dovere di garantire una accoglienza dignitosa. Il Papa visitando il Centro Astalli, ha visitato un luogo dove si fa "l’elemosina", persone che sono state abbandonate dallo stato italiano vengono a chiedere un piatto di pasta. Ha fatto bene il Santo Padre a dire non bisogna fermarsi o limitarsi a fare l’elemosina, in effetti il Centro Astalli fa molto altro oltre che dare il pasto ogni giorno, ma quello che fanno questi enti di beneficenza, è una supplenza ad uno stato latente da molti anni, che non fa il suo dovere, che non sa gestire i fondi e totale inefficienza in quel poco che fa.
Aprire conventi vuoti all'accoglienza dei profughi e rifugiati che il Santo Padre ha chiesto, è un bene !, ma resta sempre un gesto di “elemosina” che la chiesa fa di fronte all'emergenza, di fronte ad uno stato che abbandona le persone. L’accoglienza non è cedere posti vuoti o strutture che non ci servono più, l’accoglienza è fare spazio all'altro nel mio spazio, cosi che la persona possa vivere in modo dignitoso quanto me. Per casi di emergenza vanno bene anche i conventi, ma quello che ce bisogno in Italia, è quello di uscire da una mentalità di gestione emergenziale dell’accoglienza che ormai va avanti da 30 anni.
Lo stato Italiano deve assumersi le sue responsabilità, come fanno gli altri stati europei, usando i fondi per l’accoglienza e integrazione in modo rigoroso, efficiente e rispettoso della dignità e bisogni delle Persone che beneficiano del servizio. In nessun paese del nord Europa si vedrebbe la fila di gente per un piatto di pasta che il Papa ha visto visitando il centro Astalli. La dignità di questi uomini e donne non è rispettata, anzi è violata. Uno stato che rispetta i diritti e la dignità delle persone, non gli abbandona al punto di spingerli a fare la fila per un piatto di pasta. Ecco perché il Papa ha detto non basta dare il panino, bisogna che sia accompagnato con progetto di inclusione sociale, culturale, economico della Persone che viene accolta. Cosi che la Persone dopo il periodo di ambientazione che possa camminare con le proprie gambe, che possa progettare un futuro con più serenità.

Bisogna che lo stato italiano abbandoni la visione che ha guidato fino ad ora la politica su questo tema, che ha portato fino alla criminalizzazione delle persone che arrivano a chiedere asilo e a chi gli accoglie. Bisogna che lo stato non distribuisca fondi per l’accoglienza e integrazione in modo clientelare, per ottenere voti o creare occupazione in determinate zone depresse del paese, ignorando i bisogni dei richiedenti asilo e rifugiati. Il Papa chiama alla responsabilità, speriamo che lo stato italiano risponda con responsabilità e azioni concrete di Accoglienza dignitosa, progetti per l'inclusione sociale, culturale ed economico per le Persone accolte come rifugiati.
don Mussie Zerai 

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