Oggi in Italia il 90%
dei richiedenti asilo e rifugiati sono costretti a vivere in condizione di
totale indigenza, in certi casi nel degrado anche per la loro dignità umana.
La
visita del Santo Padre Francesco, prima a Lampedusa poi nel Centro Astalli, richiama
tutti al senso di responsabilità e fare il proprio dovere. In primis lo stato
italiano che ha il dovere di garantire una accoglienza dignitosa. Il Papa
visitando il Centro Astalli, ha visitato un luogo dove si fa "l’elemosina",
persone che sono state abbandonate dallo stato italiano vengono a chiedere un
piatto di pasta. Ha fatto bene il Santo Padre a dire non bisogna fermarsi o
limitarsi a fare l’elemosina, in effetti il Centro Astalli fa molto altro oltre che
dare il pasto ogni giorno, ma quello che fanno questi enti di beneficenza, è una
supplenza ad uno stato latente da molti anni, che non fa il suo dovere, che non
sa gestire i fondi e totale inefficienza in quel poco che fa.
Aprire conventi vuoti all'accoglienza dei
profughi e rifugiati che il Santo Padre ha chiesto, è un bene !, ma resta sempre un
gesto di “elemosina” che la chiesa fa di fronte all'emergenza, di fronte ad uno
stato che abbandona le persone. L’accoglienza non è cedere posti vuoti o strutture
che non ci servono più, l’accoglienza è fare spazio all'altro nel mio spazio,
cosi che la persona possa vivere in modo dignitoso quanto me. Per casi di
emergenza vanno bene anche i conventi, ma quello che ce bisogno in Italia, è quello
di uscire da una mentalità di gestione emergenziale dell’accoglienza che ormai
va avanti da 30 anni.
Lo stato Italiano deve assumersi le sue
responsabilità, come fanno gli altri stati europei, usando i fondi per l’accoglienza
e integrazione in modo rigoroso, efficiente e rispettoso della dignità e
bisogni delle Persone che beneficiano del servizio. In nessun paese del nord Europa
si vedrebbe la fila di gente per un piatto di pasta che il Papa ha visto
visitando il centro Astalli. La dignità di questi uomini e donne non è
rispettata, anzi è violata. Uno stato che rispetta i diritti e la dignità delle
persone, non gli abbandona al punto di spingerli a fare la fila per un piatto
di pasta. Ecco perché il Papa ha detto non basta dare il panino, bisogna che
sia accompagnato con progetto di inclusione sociale, culturale, economico della
Persone che viene accolta. Cosi che la Persone dopo il periodo di ambientazione
che possa camminare con le proprie gambe, che possa progettare un futuro con
più serenità.
Bisogna che lo stato italiano abbandoni la visione
che ha guidato fino ad ora la politica su questo tema, che ha portato fino alla criminalizzazione
delle persone che arrivano a chiedere asilo e a chi gli accoglie. Bisogna che lo stato non distribuisca
fondi per l’accoglienza e integrazione in modo clientelare, per ottenere voti o creare
occupazione in determinate zone depresse del paese, ignorando i bisogni dei
richiedenti asilo e rifugiati. Il Papa chiama alla responsabilità, speriamo che
lo stato italiano risponda con responsabilità e azioni concrete di Accoglienza dignitosa, progetti per l'inclusione sociale, culturale ed economico per le Persone accolte come rifugiati.
don Mussie Zerai
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