lunedì 10 novembre 2008
SCUOLA E DIRITTI -
Il caso di un ragazzo afghano dopo l’esito brillante della licenza media
Non è maggiorenne,
niente corsi serali
Gianluca Codognato
Il giovane lavora, vuole iscriversi al Gramsci Luzzati ma la legge lo vieta
LA STORIA A Venezia da un anno l’immigrato si è subito integrato, non può frequentare le lezioni ma sogna il diploma Lavorare di giorno e frequentare la scuola di sera si può. Ma solo se si è maggiorenni. A dirlo è una legge del 2007, legata all’obbligo scolastico. Risultati? A volte disastrosi, come dimostra la storia del giovane afghano «accolto» all’interno di una comunità veneziana per minori non accompagnati. Per il diciassettenne immigrato, che di giorno è impegnato al lavoro, il sogno di iscriversi immediatamente ai corsi serali dell’istituto Gramsci Luzzati è rinviato d’un anno.
D’altro canto «non si può fare nulla - spiega Sandro Simionato, assessore alla Politiche sociali - la legge, che ha una sua ragione nella difesa dell’obbligo scolastico, non lascia margini di manovra. Anche se il caso di questo ragazzo è molto particolare».
Il giovane afghano è arrivato a Venezia poco meno di un anno fa. E, come racconta un insegnante della comunità in cui è stato accolto, «si è dimostrato subito assai rapido nell’apprendimento e nel trovarsi un lavoro estivo, occupazione che è riuscito a mantenere oltre la precarietà dettata dalla stagionalità».
Così, dopo aver superato brillantemente l’esame di licenza media, il ragazzo afghano ha cercato di iscriversi ai corsi serali del Luzzati-Gramsci. «Non può certo andare a lezioni diurne - spiega ancora l’insegnante - i minori trovano sostentamento fino al compimento dei 18 anni. Da qui per sei mesi vengono accompagnati alla ricerca di un lavoro. Ma molti preferiscono averlo già prima di diventare maggiorenni, così da essere sicuri di poter camminare con le proprie gambe».
Inevitabile, dunque, l’iscrizione alle scuole serali. Così da mantenere un’occupazione e realizzare il proprio sogno: diplomarsi.
«Peccato che per una legge entrata in vigore recentemente - sottolinea l’insegnante della comunità - alle scuole serali si possano iscrivere solo persone maggiorenni. Un provvedimento che ostacola evidentemente la frequentazione delle superiori da parte degli immigrati e che non aiuta certo a integrare ragazzi provenienti da culture differenti».
In pratica, dunque, il giovane afghano perderà un anno di scuola. Troppo, considerando la sua voglia di proseguire il percorso scolastico e l’età «avanzata», che lo vede in ritardo (per ovvie ragioni) rispetto ai coetanei italiani. Una situazione complessa e contraddittoria. E «speriamo che il ragazzo non perda la voglia di studiare», avverte ancora l’insegnante.
In questo contesto così complicato, sia la comunità che ha accolto il diciassettenne, sia il Comune, si sono prodigati per trovare una soluzione.
Non sono mancati i contatti con il preside del Gramsci-Luzzati, il quale però non ha potuto accontentare la richiesta di inserimento, proprio perché impedito dalla legge. «Non si può fare molto in questi casi - conferma l’assessore Sandro Simionato - Non esistono deroghe neppure di fronte a specificità come quella che ci siamo trovati di fronte. Capisco anche la posizione del preside, non poteva fare nulla. Il Comune ha creato una rete d’accoglienza molto forte, fino al diciottesimo anno d’età».(07 novembre 2008)
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