Inchiesta di Repubblica dopo la segnalazione di un dossier prodotto da due avvocati tedeschi
ROMA, 21 novembre 2011 - Arrivano fuggendo dalla violenza delle dittature o dal terrore delle guerre. In Italia, però, una volta fatta la domanda d’asilo, diventano spesso "fantasmi" senza identità, senza casa e senza lavoro.
Un dossier di due legali tedeschi ha messo in evidenza l'inadeguatezza dell'Italia nel gestire il fenomeno e adesso in Germania i tribunali si comportano di conseguenza non rimandando nella penisola gli aventi diritto all’asilo.
"Questa inchiesta - spiega oggi Repubblica.it - nasce dal dossier prodotto da due avvocati tedeschi (Dominik Bender e Maria Bethke) che ha suscitato molto scalpore in Germania. Il documento, prodotto per la Fondazione Pro Asyl s’intitola 'The living conditions of refugees in Italy' e squaderna una vera e propria vergogna per il nostro Paese. Si tratta del problema dei richiedenti asilo e dei rifugiati, di coloro, cioé, che arrivano nel nostro Paese fuggendo da dittature e persecuzioni. Solo una minima parte viene accolta in strutture apposite, la stragrande maggioranza, una volta presentata la domanda, piomba in un buco nero".
"I due avvocati tedeschi - prosegue l'inchiesta di Repubblica - hanno raccolto decine di testimonianze sulla situazione dei rifugiati in Italia: racconti di violenze (anche sessuali), sfruttamento, induzione a ogni sorta di criminalità nei confronti di giovani somali ed eritrei (molti minorenni). Così hanno deciso di venire in Italia a verificare. L’hanno fatto nell’estate del 2010. Sono stati a Torino e a Roma in cinque luoghi (Anagnina, Collatina, Ponte Mammolo, Ostiense e ex-ambasciata somala, ora chiusa) dove si raccolgono spontaneamente questi "fantasmi" in fuga, dove vivono in edifici occupati in una sorta di autogestione in cui essi stessi (con il prezioso aiuto di alcune organizzazioni umanitarie) cercano di mantenere, tra mille difficoltà, un livello dignitoso di vita. L’Italia "ufficiale" se ne disinteressa quasi completamente".
Nella zona di Ponte Mammono, a Roma - segnala l'inchiesta di Repubblica - sono soprattutto eritrei ed etiopi, scappati dai loro paesi. Hanno ottenuto l’asilo politico, ma lo Stato italiano non li aiuta in alcun modo. Così, in 150, vivono in un campo di baracche. senza riscaldamento, elettricità, né acqua calda. E non posso andarsene. GUARDA IL VIDEO.
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