Riceviamo continue segnalazioni da diverse parti, in particolare dallo Yemen, Gibuti, Libia, Tunisia e Sinai-Egitto.
Libia:- la "Nuova" Libia non sembra tanto diversa dalla precedente sotto il regime di Ghedafi, stando alle testimonianze che ci giungono da Benqasi e Kufra, sono centinaia profughi tenuti in codizioni di schiavitù a Kufra, dove i profughi sono costretti ai lavori forzati da uomini armati, che gli costringono a maneggiare armamenti pesanti, pulire carri armati, tutto questo senza cibo ne acqua, continuamente picchiati, situazioni di totale degrado per la dignità delle persone. Chi ha possibilità di pagare fino a $800 dollari US. vengono accompagnati da uomini armati fino a Tripoli, quindi il traffico come ai tempi di Ghedaffi resta fiorente. La stessa condizione dei profughi tenuti in centri di detenzione a Benqasi che si lamentano per maltrattamenti e la mancanza di cibo e acqua potabile, le persone bisognose di cure non ricevono l'assistenza di cui hanno bisogno, dicono di non essere messi in contatto con l'UNHCR o altri organismi internazionali che si occupano per la tutela dei diritti umani.
Chiediamo alle autorità Libiche di rispettare i diritti fondamentali di queste persone, e di garantire l'acceso in tutti centri al personale dell'UNHCR affinché venga garantita a questi profughi la protezione internazionale di cui hanno tanto bisogno. Chiediamo alle autorità Italiane di fare forti pressioni sulle autorità libiche per il rispetto delle convenzioni internazionali sul diritti dei migranti e rifugiati.
Yemen:- Circa 240 perofughi eritrei trattenuti nelle carceri yemenite in condizioni disumane, da mesi chiedono il diritto alla salute, dal momento che circa 70 di loro si sono ammalati di una malattia contagiosa, che nessuno sa di che malattia si tratti, le persone colpite da questa epidemia continuano a perdere sangue dal naso e dalla bocca, le autorità carcerarie yemenite per settimane non hanno dato ascolto alle loro lamentele, non hanno offerto nessuna assistenza medica, dopo una sollevazione di tutta la popolazione carceraria hanno separato le persone colpite da questo male dagli altri, ma ora le persone malate stanno in condizioni peggiori, abbandonati a se stessi all'aperto dentro le mura ma esposti a ogni sbalzi di temperatura, senza riparo ne dal caldo quantomeno di notte dal freddo, una situazione insostenibile e di una gravità inaudita, totale violazione dei più elementari diritti delle persone, del malato, del rifugiato.
Chiediamo alle autorità yemenite di intervenire per garantire a queste persone il diritto a ricevere cure mediche, questi profughi vengano consegnati nelle mani dell'UNHCR, non ce ragione che vengano tenute in carcere trattati come criminali. Facciamo Appello alla Comunità Europea di intervenire sulle autorità yemenite affinché questi rispettino i diritti fondamentali di questi esseri umani e la loro dignità.
Gibuti:- Circa 350 profughi eritrei che sono fuggiti dalla zona di confine, che si sono rifugiati a Gibuti, in questo paese vengono trattati come se fossero prigionieri di guerra, quando invece sono venuti loro stessi a chiedere asilo, già qualche mese fa avevamo denunciato le gravi condizioni di persone bisognose di urgenti cure, in particolare di persone malate di TBC che stavano conteggiando anche gli altri compagni di cella dove sono ammassati come bestie, che tutto ora non è cambiato nulla, cosi come le persone malate di ADIS sono tenute nelle stesse condizioni, non ricevono nessuna visita di organismi internazionali che potrebbero cercare una soluzione ai problemi urgenti di queste persone.
Le autorità di Gibuti dovrebbero consentire l'accesso in queste carceri dove sono tenuti dei richiedenti asilo politico, ai operatori di UNHCR, OIM ect... sopratutto chiediamo il rispetto dei diritti basilari di queste persone. Bisogna garantire tutte le cure necessarie alle persone malate, questo un diritto fondamentale di ogni essere umano.
Shousha -Tunisia:- Nel campo profughi di Shousha al confine tra Libia e Tunisia dove da un anno hanno trovato rifugio migliaia di profughi eritrei, etiopi, sudanesi e somali, da tempo si stanno manifestando segni di intolleranza, qualche tempo fa avevamo denunciato l'atto vandalico che ha distrutto la tenda dove pregavano i cristiani, ora ci vengo segnalati episodi di aggressioni verbali e fisiche a danno dei cristiani fuori dai campi profughi, ma anche dentro limitazioni della libertà religiosa, fino ad impedire ai missionari di accedere nel campo profughi, cosi come ai profughi che portavano sul collo il segno cristiano della Croce gli e stato intimato da qualche militare di toglierlo, tutti questi episodi stanno accadendo in un campo profughi sotto la responsabilità dell'UNHCR. Chiediamo che l'Alto Commissario per i rifugiati intervenga per garantire la libertà religiosa dei rifugiati, che vengano ripristinati il servizio religioso in favore dei rifugiati che sono nel campo di Shousha. Ci appelliamo anche alle autorità tunisine affinché si impegnino per garantire la sicurezza del campo e la libertà religiosa dei rifugiati.
Sinai - Egitto:- La tragedia, le stragi e l'orrore che ogni giorno vengono perpetrati sotto gli occhi di tutta la comunità internazionale, senza che nessuno si è impegnato realmente per combattere il traffico di esseri umani e il traffico di organi, dove sono stati risparmiati neanche bambini, oggi il mercato degli schiavi al macello è molto fiorente, ad oggi abbiamo circa 2000 prigionieri nelle mani dei trafficanti che hanno trovato nel territorio del Sinai una zona franca, un territorio senza presenza di uno stati di diritto, una regione del mondo dove vige la legge dei mercanti di schiavi di lontana memoria. Tutto oggi riceviamo segnalazioni di atrocità che vengono commesse nel Sinai, in territorio egiziano senza che il governo egiziano faccia un minimo sforzo per contrastare questo crimine contro l'Umanità, sono migliaia di giovani e bambini che mancano all'appello, siamo conviti che si trovino nelle tante fosse comuni sparsi in territorio egiziano, non comprendiamo il perché del tanto silenzio di tutta la comunità internazionale, perché non bastano dei semplici contatti diplomatici dal momento che non hanno dato nessun risultato, le persone nel Sinai continuano a morire, le donne continuano a subire violenze sessuali e fisiche, testimonianze terrificanti "di una donna con una bambina, che costringono la donna ad assistere mentre la figlia di due anni muore lentamente di fame, perché i trafficanti impediscono alla madre di dare da mangiare alla figlia finché lei non pagherà il riscatto" quando la donna si è ribellata, hanno cosparso di benzina i capelli della donna hanno dato fuoco, ora la donna versa in gravissime condizioni. Fino quando dobbiamo assistere a queste atrocità prima che le autorità competenti mettano fine a tutto questo? Facciamo urgente Appello a tutti gli organismi internazionali e tutte le NGO impegnate per la lotta contro il traffico di esseri umani e di organi, in favore per il rispetto dei diritti umani si facciano sentire per chiedere la fine di questi crimini terribili che stanno falciando centinaia di profughi nel loro viaggio di speranza verso Israele.
Fr. Mussie Zerai