NO ALLA MILITARIZZAZIONE DEI CENTRI DI PRIMA ACCOGLIENZA-
DIFENDIAMO I DIRITTI FONDAMENTALI DELLE PERSONE DOPO LO SBARCO -
OGNUNO SI ASSUMA LE PROPRIE RESPONSABILITÀ DI FRONTE AI NUOVI MURI CHE SI ALZANO ATTORNO AI MIGRANTI.
DIFENDIAMO I DIRITTI FONDAMENTALI DELLE PERSONE DOPO LO SBARCO -
OGNUNO SI ASSUMA LE PROPRIE RESPONSABILITÀ DI FRONTE AI NUOVI MURI CHE SI ALZANO ATTORNO AI MIGRANTI.
Da tempo non ricorrevo alle mail per denunciare una situazione che si aggrava ogni giorno di più. Ben prima che l’Unione Europea abbia assunto decisioni formali e condivise ( se ne parlerà al Consiglio dei ministri del 15 giugno ed al Consiglio Europeo del 26 giugno), alcuni punti dell’Agenda sull’immigrazione presentata dalla Commissione vengono attuati. Mentre sembra lontana l’approvazione delle proposte di intervento in Libia presentate dalla Commissaria UE Mogherini su proposta del governo Renzi ( e tutto questo all’indomani della più grande strage del Mediterraneo, di cui non parla più nessuno, se non per farsi propaganda), in Sicilia si sta completando la militarizzazione del sistema di prima accoglienza, con l’arrivo di funzionari Frontex ( e sembra anche di EASO ed Europol) che avrebbero aperto una sede a Pozzallo, in quello che dovrebbe essere un centro di primo soccorso ed accoglienza ( CPSA), in attesa di insediarsi nella sede operativa, un monastero, messo a disposizione a Catania dal sindaco Enzo Bianco.
Con questo messaggio vi chiedo nei limiti delle vostre possibilità di monitorare una situazione che nelle prossime settimane sfuggirà al controllo di chiunque voglia affrontare con misure di polizia un afflusso tanto massiccio di profughi, in prevalenza eritrei, dalla Libia, ma anche dall’Egitto, tutte persone molto provate, disperate dopo mesi di segregazione e violenze nei paesi di transito. Monitorare per capire quello che succede davvero all'interno delle strutture di accoglienza trasformate in luoghi di trattenimento, ed intervenire con i mezzi di cui ciascuno dispone, ovunque possibile, a qualunque livello ed in qualunque sede.
Occorre monitorare innanzitutto quello che succederà nel CPSA di Pozzallo, ma verificare anche le procedure amministrative, i casi di detenzione arbitraria al fine di prelevare con la forza le impronte digitali, ed i possibili abusi inflitti a persone, già duramente provate, dopo lo sbarco in Italia. Dalle notizie di oggi, oltre ad un massiccio sbarco a Pozzallo ( oltre 900 persone) apprendiamo di centinaia di migranti sbarcati a Cagliari ed a Crotone, luoghi nei quali già i passato la prima accoglienza si è trasformata in detenzione. E oltre a Pozzallo, la situazione sarà incandescente in tutti i centri di prima accoglienza, ed anche nei CARA come quello di Mineo, quando dovessero essere utilizzati in parte per la prima accoglienza ( come è già successo).
Vi ringrazio per l’attenzione e per l’impegno che potrete profondere per garantire almeno il rispetto dei diritti fondamentali delle persone sottoposte ad un regime di polizia piuttosto che accolte in un sistema di accoglienza efficiente e dignitoso. Non ripeto le rituali considerazioni sulla necessità di fare rete, generalmente chi si esercita in questi richiami rituali si piega al silenzio ed al compromesso quando si tratta di denunciare abusi posti in essere da attori istituzionali. Potremo anche proseguire in piccoli gruppi, con determinazione e consapevolezza dei nostri limiti, ma non ci piegheremo a calcoli di convenienza o a minacce più o meno velate.
Palermo 30 maggio 2015
Fulvio Vassallo Paleologo
Associazione “L’Altro Diritto Sicilia”- Clinica legale per i diritti umani dell’Università di Palermo
Si allegano alcuni link utili per una maggiore documentazione
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