venerdì 26 ottobre 2007
Comunicato stampa 26 ottobre 2007
Roma 26 ottobre 2007
A.H.C.S & A.H.E.I: Chiedono la libertà per gli Eritrei attualmente nelle carceri libiche, il rispetto dei diritti Civili e Umani degli Eritrei in Libia e una soluzione per i richiedenti asilo politico, con un programma di RESETTLMENT.
Facciamo presente la situazione di migliaia di cittadini eritrei richiedenti asilo politico e rifugiati politici, riconosciuti dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, attualmente nelle carceri Sudanesi o Libiche, come quello di Zawiyah. Testimonianza: “Siamo 500 immigrati, di cui 103 eritrei, 3 dei quali minorenni. Siamo continuamente maltrattati dalle guardie carcerarie libiche. Il 01.09.2007 tutti noi eritrei siamo stati spogliati nudi e picchiati con frusta, bastoni, calci anche sugli organi genitali, davanti alle donne. Tutto questo senza ragione. Il 22.10.2007 tre eritrei sono stati picchiati dalle guardie sulla pianta dei piedi al punto che non riuscire a stare in piedi. Siamo stati lasciati per 3-4 mesi senza un cambio di abiti, tuttora non abbiamo nulla per cambiarci, non abbiamo possibilità di lavare gli abiti perché non c’è il sapone; la puzza è insopportabile”. Dal racconto drammatico dei detenuti emerge anche che: “10 persone, a causa della sporcizia, sono piene di piaghe su tutto il corpo, ci stanno contagiando tutti; in 4 mesi non abbiamo mai avuto la possibilità di vedere un medico, per tre mesi non abbiamo visto la luce del sole. Siamo scalzi, non abbiamo scarpe e di notte prendiamo freddo perché non abbiamo coperte.” I detenuti sono in condizione igienico-sanitarie vergognose. Sono anche vittime di discriminazioni religiose: “Qualche giorno fa stavamo pregando, sono arrivate le guardie, ci hanno malmenato, chiamandoci giudei. Siamo più di 50 persone ammassate in una stanza in condizioni igienico-sanitarie totalmente assenti.” E questa è la Libia ormai partner dell’Europa e membro del consiglio di sicurezza dell’ONU!
Nel centro di detenzione di Misratah, 250 km a est di Tripoli, sono presenti più di 624 eritrei, di cui 60 bambini al di sotto dei 12 anni ed altri che stanno per nascere. Desta preoccupazione lo stato di salute dei detenuti, colpiti da malattie polmonari come tbc, scabbia, dermatiti, attacchi asmatici, problemi intestinali; inoltre denunciamo la carenza di cibo, di acqua e di coperte per difendersi dal freddo durante la notte. Intanto l’Acnur si prepara a giocare l’ultima carta. Si è recata in Libia una commissione di funzionari Acnur dall’ufficio regionale di Beirut, in Libano, per intervistare i detenuti di Misratah e coordinare gli sforzi per accogliere i rifugiati in Paesi europei e americani, con programmi di resettlment, con particolare attenzione alle donne e bambini.
L’Alto commissariato starebbe facendo pressioni anche sul Ministero degli Interni italiano. Il Ministro Giuliano Amato, sembra disponibile ad accogliere una quarantina di persone; riteniamo questo numero di persone solo come un primo passo verso una maggiore disponibilità a concedere visti di ingresso per motivi di richiesta di asilo politico. Serve un programma di resettlment annuale perché pensiamo che questo sia un metodo valido per combattere l’immigrazione clandestina. Serve un ingresso legale e protetto per i richiedenti asilo politico, in assenza di ciò si vedono costretti ad affidarsi ai trafficanti di carne umana, con tutto quello che ne consegue.
Chiediamo all’UE e ONU di pretendere dalla Libia il rispetto dei diritti Umani firmando le convenzioni internazionali sui diritti dell’Uomo. Siamo esterrefatti dal fatto che la Libia oggi faccia parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Come è possibile che uno Stato come la Libia, che non ha mai aderito a nessuna convenzione internazionale in materia di rispetto dei diritti civili ed umani, oggi si sieda nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite? Chiediamo che venga chiesto alla Libia di firmare le varie convenzioni tra cui la convenzione di Ginevra del 1951, le relative ratifiche e la Dichiarazione Universale sui diritti dell’Uomo.
L’A.H.C.S & A.H.E.I chiedono il sostegno e la collaborazione di tutti per destare l’attenzione dell’opinione pubblica e istituzionale su questo dramma, che sta vivendo il popolo Eritreo, in Libia.
Pertanto invitiamo tutti gli organi di stampa a dare voce alle comunità degli Eritrei presenti in Italia, che chiedono al Governo Italiano di farsi carico di questa situazione drammatica nelle sedi UE, ONU.
Per ulteriori informazioni:
UFFICIO STAMPA A.H.C.S
Tel/Fax 06. 69610234
Cell.3384424202 E-mail: agenzia_habeshia@yahoo.it
http://habeshia.blogspot.com
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