giovedì 26 giugno 2008
Immigrazione. Maroni, no a sanatorie per le badanti Impronte ai minori nomadi: «Non è schedatura etnica»
Durante l'audizione alla commissione Affari costituzionali di Montecitorio il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, si è dichiarato assolutamente contrario alla regolarizzazione delle badanti extracomunitarie. Annunciato un «censimento» per i minori nei campi nomadi: «Prenderemo le loro impronte per evitare fenomeni come l'accattonaggio». Perdita della patria potestà per i genitori responsabili di sfruttamento.
ll ministro dell'Interno Roberto Maroni ha respinto categoricamente ogni «sanatoria generalizzata», compreso per le badanti, affermando: «Chi è entrato clandestinamente in Italia è clandestino, punto e basta». Secondo il ministro non può esistere la figura del “semiclandestino” o del clandestino semiregolare, una presa di posizione che chiude di fatto la porta al piano di regolarizzazione delle badanti extracomunitarie, ipotizzato dai ministri del Welfare Maurizio Sacconi e delle Pari Opportunità Mara Carfagna. «Se qualcuno non mi convince del contrario - ha affermato Maroni - io rimango sempre della mia opinione: no ad ogni sanatoria generalizzata. Opinione che tra l'altro era nel programma di governo». Quindi, ha continuato, «o sei regolare o sei irregolare, non c'è un modo per sanare i giusti e mandare indietro gli ingiusti». Il titolare del Viminale non condivide nemmeno l'approccio alla base di un possibile emendamento, richiesto dai due colleghi: «Perché la badante sì e il muratore con tre figli no? Perché una badante che si occupa di una persona di settant'anni sì e quella che segue una persona di 69 no? Si fa fatica a trovare una logica». Quindi, ha concluso, «respingo la morale di chi chiede al governo intransigenza delle leggi e poi chiude tutte e due gli occhi per interessi personali. Questa doppia morale non mi appartiene».
Sempre in materia di immigrazione, Maroni ha declinato in commissione Affari costituzionali a Montecitorio le linee programmatiche del suo dicastero. Nello specifico ha evidenziato come, attraverso uno dei decreti legislativi del pacchetto sicurezza, si provvederà all'attuazione della direttiva Ue del 2004 relativa alle condizioni che un cittadino comunitario deve rispettare per stabilirsi nel territorio di uno dei Paesi membri. Nelle intenzioni non si andrà ad intaccare la libertà di circolazione, ma si legifererà sulla stanzialità: «Dopo tre mesi di libera circolazione si potrà restare in Italia solo ad alcune condizioni: che si disponga di un reddito proveniente da attività lecite e che si venga iscritti al sistema di sicurezza sociale». E' inoltre previsto un «controllo efficace e puntuale da parte dei sindaci per quanto riguarda le richieste di residenza, che si tratti di cittadini comunitari o extracomunitari». Maroni ha assicurato che in questo modo «si porrà fine ai campi nomadi abusivi e alle situazione inaccettabili per cui vediamo i minori convivere con i topi. È un obbrobrio intollerabile. E chi non non può stare, perché non ha i titoli per stare, deve tornare nel Paese da cui è venuto».
Proprio in merito ai minori dei campi nomadi, il ministro ha annunciato l'imminente istituzione di nuove norme per il controllo: «Gli prenderemo le impronte, in deroga alle attuali norme, proprio per evitare fenomeni come l'accattonaggio. Non sarà certo una schedatura etnica, ma un censimento vero e proprio per garantire a chi ha il diritto di rimanere di poter vivere in condizioni decenti». In aggiunta, i genitori che si renderanno responsabili dello sfruttamento dei figli a scopo di accattonaggio «perderanno la potestà» su di loro.
(francesca clementoni)
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