sabato 21 giugno 2008
Rifugiati eritrei espulsi dall’Egitto: a Roma un sit-in davanti all’ambasciata egiziana
A cura di Marzia Coronati • 20 Giugno 2008
“Il rimpatrio in Eritrea significa morte, tortura e prigione”. Queste le parole a caratteri neri su uno striscione giallo sbandierato stamattina di fronte all’ambasciata egiziana. Sono circa 400 gli eritrei richiedenti asilo e rifugiati deportati dal governo egiziano verso l’Eritrea.
Per accendere i riflettori su questo fatto decine di eritrei si sono date appuntamento di fronte all’ambasciata egiziana, a Roma. Non è un caso che il sit-in sia stato il 20 di giugno, giornata mondiale del rifugiato. L’incontro infatti è stato anche occasione per ricordare le numerose violazione di diritti che colpiscono migliaia di rifugiati in Italia. “La politica del governo egiziano è anche conseguenza della politica dell’Europa sull’immigrazione: paesi come l’Egitto infatti sono stati delegati allo scopo di bloccare l’immigrazione in nome della sicurezza euroea senza minimamente considerare il rispetto dei diritti umani”, ha detto Mussie Zerai, dell’associazione Habeshia.
Non è la prima volta che l’Egitto adotta dure politiche nei confronti dei migranti eritrei: già in passato l’esercito egiziano aveva sparato su un gruppo di donne che tentavano di superare il confine tra Egitto e Israele con i loro figli; quella vicenda finì in tragedia: le donne hanno perso la vita mentre i bambini ancora non si sono ricongiunti con i propri parenti.
Dal sit-in di fronte all'ambasciata egiziana a Roma, la denuncia della comunità eritrea delle violazioni di diritti attuate dal governo egiziano e italiano (int.a Mussie Zerai, ass. Habeshia) [5:45m]: Play Now | Download
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