sabato 29 agosto 2009
RSS Feed for This PostHai scelto immigrazione : tra ‘precisazioni’ del vaticano e nuove critiche
Fonte: www.misna.org
“Con tutto il rispetto possibile e per amore di verità come Capo Dicastero ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa Sede e mai sono stato contraddetto dalla Santa Sede, mai sono stato contraddetto dalla Conferenza episcopale italiana”: lo precisa oggi monsignor Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti, in una nota inviata alla stampa nella quale risponde alle dichiarazioni del ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, il quale aveva sostenuto che le sue parole “non sono quelle del Vaticano e della Cei da cui, anzi, spesso, lo stesso Vegliò è stato poi contraddetto”. Nella nota, rilanciata dal Servizio informazioni religiose (Sir) della Cei, Vegliò definisce “inaccettabile e offensivo quanto viene riportato più avanti nella dichiarazione del Ministro, quasi che io sia responsabile della morte di tanti poveri esseri umani, inghiottiti dalle acque del Mediterraneo”. “La mia dichiarazione – conclude il presidente del pontificio consiglio - partiva solo da un fatto concreto, tragico: la morte di tante persone, senza accuse, ma chiamando tutti alla propria responsabilità”. Intanto anche oggi nuove critiche sono state sollevate per l’utilizzo politico (non solo interno) che si sta facendo della vicenda dei naufraghi eritrei. Il presidente dell’organizzazione non governativa umanitaria ‘Terre des Hommes’ oggi ha detto che “Sulla pelle dei migranti che dall’Asia, dall’Africa, dall’America Latina, da tutte le guerre dimenticate cercano un futuro migliore, si sta giocando una delicata partita geopolitica in questo caso tra l’Italia, Malta e l’Europa”. Intervistato da Econews, il rappresentante dell’organizzazione ha aggiunto “bisognerebbe che il governo italiano e quello maltese smettessero di litigare per le acque territoriali o almeno ammettessero che questo è veramente l’oggetto del contendere e lasciassero che gli aiuti internazionali, il diritto internazionale, il diritto all’accoglienza dei migranti venga rispettato sia da Malta che dall’Italia che da tutta l’Unione Europea”. Un appello con la richiesta di giustizia per i 73 eritrei morti in mare, secondo le testimonianze dei cinque connazionali soccorsi giovedì scorso a largo di Lampedusa dopo essere rimasti per venti giorni alla deriva, è stato diffuso dall’Agenzia Habeshia, associazione che svolge attività di volontariato in favore di richiedenti asilo, rifugiati, beneficiari di protezione umanitaria presenti in Italia.”Indignati e addolorati per la morte dei nostri 73 fratelli e sorelle migranti – scrive Mussie Zerai Yosief, presidente dell’associazione - Ci chiediamo se anche questi morti fanno parte della strategia di respingimento adottata del governo Italiano? con il silenzio colpevole e indifferente dell’Europa. (…) Vogliamo risposte dai governi Italia, Malta, Libia. Chiediamo che venga fatta una inchiesta europea che accerti le responsabilità dei governi e delle autorità competenti che svolgono il pattugliamento congiunto tra gli stati interessati dai sbarchi”.
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