IMMIGRAZIONE: HABESHIA,SILENZIO ASSORDANTE SU MORTE PROFUGHI
ANSA 5 APR - "Il 90% degli Stati ha scelto un silenzio assordante di fronte alla tragedia dei 63 profughi lasciati morire per omissione di soccorso. Un atto grave, crudele e disumano che stiamo denunciando inutilmente da due anni". Lo afferma in una nota don Mosé Zerai, presidente dell'agenzia Habeshia che si occupa di assistenza ai rifugiati.
La vicenda denunciata dal sacerdote eritreo è quella del gommone partito dalle coste libiche il 25 marzo 2011 con 72 persone a bordo, di cui si persero le tracce dal giorno dopo. "Sono stati localizzati per l'ultima volta a circa 60 miglia
da Tripoli poi il nulla. Noi più volte abbiamo segnalato la loro scomparsa ma senza esito", ricorda Don Zerai che aggiunge: "Quindici giorni dopo siamo stati contattati da 9 superstiti. Ci hanno raccontato di essere sopravissuti in 11, dopo avere trascorso due settimane in mare. La corrente li aveva riportati a Zelatien, non lontano dal confine con la Tunisia, dove i militari di Gheddafi li hanno rinchiusi in carcere. Due di loro, un ragazzo e una ragazza, sono morti per mancanza di cure".
Ma il religioso ribadisce anche le accuse di indifferenza lanciate a suo tempo contro gli stati rivieraschi: "I profughi sono stati abbandonati da diverse navi militari e anche da pescherecci. Una di queste navi era italiana; un elicottero si
é inoltre avvicinato lanciando ai naufraghi dell'acqua, salvo poi abbandonarli al loro destino".
"Chiediamo che la Nato faccia piena luce su questa vicenda - conclude don Zerai - perché queste 63 persone sono state lasciate morire? Di chi era l'elicottero che si è limitato a fornire acqua ai profughi senza poi mandare i soccorsi? Quali sono le navi militari che li hanno avvistati? Queste persone
sono morte perché qualcuno ha deciso di non soccorrerli. Vogliamo sapere di chi è stata questa scelta. Chi sa, chi ha visto parli: basta con questa omertà di Stato". ANSA
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