martedì 16 dicembre 2008
Il Presidente della Camera On. Gianfranco Fini
Caro Presidente Fini,
Lei fa bene a prendere distanzia dalle leggi razziali, ma non lo faccia acusando gli altri piutosto faccia un autocritica seria e profonda di se e del suo partito.
Le vittime delle leggi razziali in Eritrea in parte sono ancora in vita attendono giustizia la non c'era chiesa cattolica dominante, anzi qualche vescovo che levo la sua voce per condannare il fascismo, fu chiesta l'espulsione dal territorio da parte di Mussolini.
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LEGGI RAZZIALI: STORICI CATTOLICI A RADIO VATICANA, CHIESA REAGI' SUBITO
(ASCA) - Citta' del Vaticano, 16 dic - ''La Chiesa reagi' subito alle Leggi razziali del 1938'': il Vaticano affida la risposta alle critiche del presidente della Camera Gianfranco Fini a due storici cattolici, Francesco Malgeri e Andrea Riccardi, intervistati dalla Radio Vaticana.
''Non e' vero che la Chiesa italiana non si oppose alle Leggi razziali del 1938. Dal mondo cattolico arriva secca la smentita alle parole del presidente della Camera, Gianfranco Fini, che oggi a Montecitorio ha definito le Leggi razziali un'infamia verso la quale neanche la Chiesa cattolica manifesto' resistenza'', spiega l'emittente pontificia nel servizio, che definisce quelle di Fini vere e proprie ''accuse'' e ricorda come la ''storia abbia visto contrapposti Mussolini e Pio XI, il quale sia contro il razzismo che contro le leggi razziali prese posizione di aperta condanna''.
Per Malgeri, docente di storia contemporanea alla Facolta' di Scienze politiche dell'Universita' La Sapienza di Roma, dire che la Chiesa cattolica non manifesto' nessuna resistenza nei confronti delle leggi razziali e' ''un'affermazione eccessiva''.
''La Chiesa - aggiunge - deve muoversi su un piano legato anche alla sua collocazione sul piano diplomatico e doveva tener conto anche dei rischi che determinati atteggiamenti, particolarmente forti, potevano avere sul mondo cattolico, sulle popolazioni, sui complessi problemi che in quel momento erano al centro della vita internazionale. Anche in occasione delle Leggi razziali, la Chiesa forse uso' in un primo tempo un atteggiamento piu' prudente, ma non mancano indubbiamente prese di posizione da parte del clero, delle gerarchie ecclesiastiche, di condanna e comunque di presa di distanza molto ferma rispetto a quelle leggi''.
Riccardi, invece, fondatore della Comunita' di Sant'Egidio e docente di Storia contemporanea presso la Terza Universita' degli Studi di Roma, definisce quello di Fini ''un buon testo in un momento come questo'', ''una bella presa di distanza'' in un'epoca segnata da ''una risorgenza di antisemitismo, di antigitanismo, di movimenti di destra''. Ma, aggiunge, non e' vero che la Chiesa non oppose resistenza alle leggi razziali.
''Resistette come una forza debole quale era la Chiesa in una realta' di regime autoritario. E poi, la Chiesa resistette durante l'occupazione tedesca con l'aiuto agli ebrei. Quindi, mi sembra che la Chiesa, a suo modo, resistette. Il vero, grande problema e' che quello era il fascismo, una dittatura che non lasciava spazi e mortificava la liberta'''. Piu' in generale, Riccardi nota come la ''Chiesa del 1938, del 1943, non era la Chiesa di oggi''.
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