Non riusciamo a capire di cosa si scandalizzano in queste ore politici, associazioni umanitarie e opinionisti di turno. Le immagini che abbiamo visto sulle condizioni del centro di Lampedusa e del trattamento riservato ai migranti sembrano raccontare una realtà sconosciuta, una realtà nuova, una realtà particolare, mentre molti sanno, specie chi si occupa di immigrazione che è la normalità e che c'è molto di peggio in tutta Italia e da tempo. Il ministro dichiara che chi ha sbagliato deve pagare, allora siamo messi bene, perche in questo paese di conti in sospeso ce ne sono troppi e di solito chi doveva pagare ricopre alte cariche di governo o posizioni strategiche. Il centro di Lampedusa come tutti i centri per migranti andrebbero distrutti perche sono come dei lager, invece di operarci come fanno molte ONG che sanno quello che accade dentro e continuano in silenzio nel loro lavoro. Non si può tollerare che esistano ancora i centri per migranti, cosi come non si può tollerare ancora una impostazione generale sulle migrazioni che tratta gli esseri viventi come merce o schiavi. I centri non devono più esistere, in nessuna forma e vanno abbattuti con tutti i mezzi.
servizio del dicembre 2012 di Libera Espressione
Bisogna regolarizzare i viaggi delle donne e degli uomini che si spostano per motivi di lavoro o turismo che arrivano in Italia con un visto, ormai è noto che la maggior parte dei migranti irregolari sono coloro a cui scade un visto di turismo o lavoro, una volta scaduto, nessuno applica le procedure per il rientro nel paese di origine o proroga il visto per una ricerca lavoro o per altri motivi e cosi migliaia di persone si ritrovano senza documenti con le conseguenze che tutti possiamo immaginare. Per questo a chi chiediamo il conto ?
La gente che arriva a Lampedusa non arriverebbe più qui, se le procedure di rischiesta di asilo fossero avviate nei paesi di provenienza (Quando è possibile) o in quelli di transito, la gente che arriva qui scappa da guerre, in cui spesso è coinvolta l'Europa e la NATO, queste persone andrebbero prese direttamente in Libia con navi e altri mezzi e portate in Europa, cosi queste organizzazioni criminali di cui si parla, non avrebbero più merce umana da trattare, ma come si sa dopo la guerra criminale della NATO contro la Libia e la destabilizzazione totale del paese, l'Italia firma accordi per rimpatri e controlli con fantomatici governi libici invece di attuare sistemi nuovi per l'asilo. Di questo chi è che dovrebbe pagare e delle armi che vendiamo in giro per il mondo ? Per quelle già c'è chi paga e pure profumatamente.
servizio del luglio 2013 di Libera Espressione.
Queste persone arrivano dopo aver sborsato molti soldi e con altri soldi in tasca che gli permetterebbero di sopravvivere durante il periodo per le procedure dell'asilo politico, che vanno velocizzate, si dovrebbero potenziare e stimolare esperienze come quelle di Riace e di altri comuni della Locride che praticano un accoglienza diffusa in case e che attua dei programmi di inserimento nel mondo del lavoro, con tante difficoltà ma con risultati enormi.
Vogliamo parlare degli ultimi superstiti del naufragio del 3 ottobre ? Una trentina di ragazzi eritrei rimasti a Lampedusa tantissime settimane e dopo lasciati davanti al CARA di Mineo allo sbaraglio senza documenti, allo sbando totale, ma non ci sono immagini shock su questo, chissà chi deve pagare per questo, e per i naufragi di ottobre ? Chi deve pagare, qualche scafista tunisino forse.
Due video di Libera Espressione sui naufragi di ottobre:
Noi non ci uniamo al coro di stupore, ne alla caccia al colpevole , perche il colpevole è da tempo che sappiamo chi è: sono i governi, sono i potenti del mondo, non ci uniamo neanche alle richieste di ipotetiche riforme, perche sappiamo che passata questa piccola bufera, una delle tante, tutto tornerà come prima, peggio di prima.
Noi chiediamo a tutte le persone che non vogliono dei lager nel paese in cui vivono di fare azioni concrete e denunciare chi li gestisce, non ci sono buone gestioni dei centri per miganti, non ci possono essere, perche la persona in ogni caso sarà ridotta a merce.
Collettivo Askavusa
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