giovedì 29 gennaio 2009

Immigrazione: medici, no 'emendamento-spie'

ROMA - Poche volte si sono sentiti cosi' uniti e in sintonia i medici di tutte le associazioni, orientamenti e schieramenti. E' un "no" forte e deciso quello che rivolgono all'emendamento, che sarà votato martedì 3 febbraio al Senato, e che vuole eliminare il divieto di segnalazione alle autorità degli immigrati che si rivolgono alle strutture sanitarie. Perché, come recita lo slogan della campagna lanciata oggi da Medici senza frontiere (Msf) con altre associazioni, "siamo medici e infermieri, non siamo spie". Medici, infermieri, ostetriche, giuristi e associazioni hanno deciso di muoversi e lanciare un appello ai senatori che martedì dovranno votare l'emendamento, che era stato prima presentato in commissione Affari costituzionali e Giustizia al Senato, poi ritirato al momento del voto e in seguito stralciato in due per l'esame dell'aula di Palazzo Madama. "Questo emendamento, se passerà - ha detto Kostas Moschochoritis, presidente di Msf Italia - rischia di creare un clima di paura e diffidenza, riducendo l'accesso alle strutture sanitarie". Tanti i motivi per dire no al provvedimento, come hanno spiegato i vari esponenti di questo 'fronte del no'. Può tramutarsi in un "boomerang per la tutela della salute collettiva", dice Amedeo Bianco, presidente della Federazione degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), che ricorda come "in una società moderna, civile e in pace, l'accesso alle cure deve costituire ovunque e sempre un'area protetta di solidarietà e umanità". Gli immigrati arriveranno in ospedale quando sarà troppo tardi, avverte Salvatore Geraci della Società italiana di medicina di migrazione, "e la patologia ormai grave, con costi e assistenza senz'altro maggiori per il Ssn e pericoli di diffusione di infezioni anche per la sanità pubblica". Intanto, lo spauracchio di questo provvedimento ha già colpito, visto che da novembre fino a oggi c'é stato un calo del 30% circa di tutti i migranti che si recano nelle strutture ospedaliere e nei vari ambulatori, come segnala l'Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi). La campagna 'Divieto di segnalazione' si concluderà lunedì 2 febbraio, prima del voto in Senato, e prevede anche una fiaccolata davanti a Montecitorio dalle 17.30 alle 20. Chi volesse aderire all'appello potrà farlo sul sito www.divietodisegnalazione.medicisenzafrontiere.it. Già 86 tra associazioni e rappresentanti della società civile lo hanno fatto, tra cui i collegi delle ostetriche, l'istituto di Igiene della Cattolica di Roma, i Collegi degli infermieri, Medicina democratica, Arci, Stefano Rodotà, Cuamm-Medici per l'Africa, Cisp-Sviluppo dei popoli, la Comunità di S.Egidio.

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