giovedì 15 gennaio 2009
Nel 2008 arrivati sulle nostre coste 37 mila immigrati senza un visto
Gli approdi in quattro regioni sono stati 665 contro i 614 dell’anno precedente
Immigrazione, le rotte del record
Nel 2008 arrivati sulle nostre coste 37 mila clandestini Non solo Lampedusa, la Sardegna è la nuova meta
Doveva essere l’anno della svolta con la politica che annuncia misure drastiche e i trafficanti di uomini che scelgono rotte alternative. E invece il 2008 ha segnato il record di sbarchi di clandestini con barconi carichi di persone approdati sulle nostre coste addirittura in pieno inverno. Migliaia di disperati che hanno sfidato il tempo brutto e il mare grosso pur di lasciarsi alle spalle la miseria e le privazioni che erano costretti a subire nelle loro terre.
Sono i numeri a dimostrare che senza un accordo vero con la Libia l’Italia rischia di andare in emergenza per accogliere chi — pur non avendo i requisiti per ottenere il permesso di soggiorno — intraprende questi viaggi al limite della sopportazione pur di provare a sognare una vita migliore. Uomini, donne e soprattutto tantissimi bambini. Minori che partono anche senza genitori, affidati allo scafista di turno da chi sa di non poter assicurare loro alcun futuro e compie un ultimo tentativo per sottrarli a una vita di stenti. Lampedusa si conferma punto di approdo privilegiato, ma una nuova strada si è aperta. Un tragitto che dall’Africa porta direttamente in Sardegna dove negli ultimi dodici mesi, su un totale di 665 sbarchi in tutta la penisola, se ne sono registrati ben 110.
L’arrivo da Stati in guerra
Sono 36.952 gli stranieri giunti in Italia nel 2008: 30.314 sono uomini, 3.939 donne e 2.708 hanno meno di 18 anni. Per avere la percezione dell’aumento basti pensare che lo scorso anno erano stati 20.455 di cui 16.993 uomini, 1.282 donne e 2.180 minori. La maggior parte proviene dalla Tunisia (7.503 persone) poi ci sono i nigeriani (6.362), i somali (5.258) e gli eritrei (3.942). Nessuno di questi Paesi ha firmato trattati di riammissione con il governo, dunque non è possibile pianificare i rimpatri. In ogni caso si tratta di Stati dove ci sono guerre civili e bisogna valutare di concedere l’asilo politico a chi fugge. Rapporti ben diversi esistono con l’Egitto da dove sono partiti 2.257 clandestini: le autorità del Cairo accettano il rientro in patria di chi ha varcato i confini italiani senza permesso. A Lampedusa ci sono stati 397 sbarchi per un totale di 30.657 persone. Una cifra record se rapportata al resto dell’Italia, ma anche allo scorso anno quando gli arrivi furono molto meno della metà: 11.749. In realtà a leggere le tabelle si scopre che durante il 2007 la gestione delle politiche dell’immigrazione ha portato a un flusso di arrivi costante ma molto contenuto, con una cifra minima rispetto a quella registrata nel 2005 e nel 2006. Adesso a preoccupare gli esperti è appunto la Sardegna, perché i numeri sono ancora bassi, ma l’apertura della rotta può rappresentare una nuova emergenza per il futuro. Sono 1.621 i clandestini approdati sull’isola negli ultimi dodici mesi: 1.621 uomini, 1.566 donne e 33 minori. In Calabria ne sono sbarcati la metà, 663, e in Puglia appena 127.
La novità: i viaggi d’inverno
Durante la sua visita in Sicilia di qualche giorno fa il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha assicurato che nel 2009 «a Lampedusa arriveranno soltanto turisti». Al momento le strutture sono in emergenza perché la maggior parte degli stranieri giunti nelle ultime settimane hanno chiesto lo status di rifugiati. E soprattutto perché, sulla base dell’esperienza degli anni precedenti, nessuno aveva previsto un flusso così massiccio nell’ultima parte dell’anno quando sono arrivati sull’isola dai 400 ai 600 immigrati ogni settimana. Agli inizi di dicembre scorso è stato lo stesso responsabile del dipartimento Immigrazione del Viminale, il prefetto Mario Morcone, a lanciare l’allarme. «Per la prima volta — ha sottolineato — abbiamo un "boom" di sbarchi invernali e la situazione è molto pesante perché continuano nonostante le avverse condizioni climatiche. Abbiamo 1.000 persone ospitate, mentre gli altri anni nello stesso periodo il Centro era quasi vuoto. Questo dimostra che siamo in forte difficoltà, anche perché tutte le strutture sono piene ed è impossibile pure predisporre le necessarie misure di manutenzione degli immobili per far fronte ai prevedibili, nuovi sbarchi della prossima stagione estiva ».
Il nodo libico
Gli spiragli che sembrano essersi aperti nelle ultime ore nel rapporto con la Libia non rendono comunque tranquilli i responsabili del settore. Perché da anni le autorità di Tripoli manifestano buona volontà, ma prendono tempo appena si chiede di avviare i pattugliamenti congiunti davanti alle loro coste e adesso si attende di sapere se davvero sarà rispettata la nuova scadenza fissata agli inizi di marzo. Gli esperti sono convinti che soltanto controlli rigorosi sulle partenze possono consentire di regolare i flussi e limitare l’ingresso dei clandestini. Di fronte a questi numeri la gestione dell’accoglienza rischia infatti di arrivare al collasso, anche perché bisogna provvedere alle procedure per chi richiede asilo politico. Tra gennaio e novembre 2008 sono state presentate 26.892 istanze.
Fiorenza Sarzanini
15 gennaio 2009
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