sabato 10 gennaio 2009

Tassa per gli immigrati, Abbiamo gia dato.

«Noi andiamo avanti, il Pdl ha ceduto a provocazioni esterne». Il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Roberto Cota, difende la proposta del Carroccio di chiedere agli immigrati 50 euro per il permesso di soggiorno e una fidejussione di 10 mila euro per aprire una partita Iva. Il deputato leghista ribadisce che si tratta di una scelta «di buon senso» dal momento che per rilasciare i permessi di soggiorno lo Stato «deve mettere in piedi una serie di attività che costano». Cota sostiene che sull'emendamento la maggioranza era d'accordo, «poi sono venute fuori strumentalizzazioni serali». «Il presidente della Camera ha espresso la sua opinione - afferma il capogruppo -, noi continueremo a sostenere le nostre». L'emendamento della Lega (a firma Claudio D'Amico) fa parte del decreto legge anticrisi. «A decorrere dall'anno 2009 - si legge nel testo - è istituita una tassa di concessione governativa, nella misura di 50 euro, per il rilascio di permessi di soggiorno ai cittadini stranieri e sui rinnovi dei medesimi. Le relative risorse sono assegnate ad apposito Fondo istituito presso lo Stato di previsione del ministero dell'interno e devolute ai Comuni di residenza dello straniero richiedente il permesso. Le suddette risorse devono essere utilizzate in via prioritaria dai comuni per l'attuazione di politiche sociali di sostegno alle famiglie e per la vigilanza e il controllo del territorio». E dopo che si era parlato del parere favorevole del governo in serata arriva il dietrofront del sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas, che in una nota precisa che «non c'è nessun parere favorevole del governo sull'emendamento che prevede l'introduzione di una tassa di 50 euro sul permesso di soggiorno e una fidejussione di 10mila euro per aprire una partita Iva per i cittadini extracomunitari. E ciò per il semplice motivo che il governo stesso è contrario all'aumento delle tasse e non ha alcuna intenzione di scoraggiare la libera intrapresa da parte di chiunque nel territorio nazionale, tanto più in questo difficile momento economico». Questo dopo una pioggia di critiche sull'ipotesi, a cominciare da quella del presidente della Camera Gianfranco Fini interviene criticando l'emendamento: «Mi auguro che la maggioranza rifletta prima di varare norme che nulla hanno a che vedere con la doverosa lotta all'immigrazione clandestina, e che sono oggettivamente discriminatorie nei confronti dei lavoratori stranieri regolarmente presenti sul territorio nazionale». E il segretario del Pd, Walter Veltroni, esprime apprezzamento per la presa di posizione del presidente della Camera: «Stiamo nell'ambito di misure ampiamente discriminatorie e con venature razziste». «Per l'emendamento sugli immigrati - ha detto Veltroni parlando nella sede del Pd a Cinecittà - vale esattamente quello che ha detto il presidente Fini. Si tratta evidentemente di una misura discriminatoria». «È una delle tante stranezze - ha aggiunto Veltroni - di una politica che la destra sta conducendo, che va avanti senza alcun disegno razionale volto creare una società integrata e sicura». Anche la capogruppo del Pd nella commissione Affari sociali della Camera, Livia Turco esprime totale dissenso: «Sono norme razziste, discriminatorie e prive di buon senso, che fanno pagare agli immigrati la crisi e che avranno l'effetto di alimentare la clandestinità e l'insicurezza. Il risultato è che avremo un paese più povero e meno civile». E sottolinea: «Colpisce questo centro destra sempre più subalterno alla cultura leghista della paura che per il timore di essere scavalcato politicamente innesca una guerra tra poveri. Gli emendamenti - sottolinea - non sono altro che una partita di giro tra le fasce più deboli della società. Inoltre - conclude - è pazzesco che si introduca una tassa per il rinnovo del permesso di soggiorno quando gli immigrati sono già soggetti a enormi costi burocratici e ad attendere tempi lunghissimi che superano i due anni».

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