venerdì 13 maggio 2011

Rapporto situazione dei profughi a Malta


Dal 05 maggio 2011 fino al 09 maggio 2011 ho visitato i Profughi Eritrei ed Etiopi, arrivati dalla Libia a Malta negli ultimi due mesi.
La prima cosa che ho notato sono le persone rimaste traumatizzate, per tutto quello che hanno subito in Libia e passato in mare,  ma soprattutto per l’esperienza vissuta sull’isola; infatti dopo il danno la beffa: arrivati a Malta queste persone sono state messe in carcere senza avere nessuna colpa. L'impatto con le carceri maltesi é molto forte: i profughi arrivano sperando di trovare protezione, invece vengono puniti attraverso la reclusione per settimane o mesi.
Le autorità maltesi detengono in carcere tutti i profughi, senza nessuna distinzione: anche donne in stato interessante, donne con bambini ect... Spesso per giorni non vedono la luce del sole, ai bambini è negata la possibilità di giocare all'aperto, di prendere un pò di sole. Anche le donne che hanno appena partorito sono state riportate dentro il carcere con i neonati. E' un trattamento disumano. Non capisco! Perché la Corte Europea non interviene per mettere fine a queste violenze gratuite esercitate sulla povera gente? In base a quale legislazione Malta tratta i profughi in questo modo? Non mi è stato possibile visitare il carcere perché non è permesso; queste persone sono trattate peggio dei criminali: non possono ricevere visite, non hanno l'ora d'aria come un detenuto, solo nel caso di visite da parte di delegazioni autorizzate dal governo, hanno il permesso di uscire così da far sembrare la loro reclusione dignitosa ed umana.
Quando i profughi lasciano la struttura, le autorità del carcere si raccomandano di non riferire a nessuno di tutto ciò che hanno subito.
La seconda questione è che il governo maltese non sta dando un'accoglienza dignitosa alle persone; ho visitato diversi posti dove sono sistemati i profughi: accolti in tende, luoghi isolati fuori dalla zona abitata dove non trovi nulla, in condizione di degrado in mezzo ai topi e alla sporcizia. Ho visitato famiglie con bambini piccoli sistemati dentro un Hangar, il cui pavimento è ricoperto di macchine di grasso; i bambini giocano per terra, si ammalano e quasi tutti hanno gli stessi sintomi: male agli occhi, vomito e problemi intestinali. Quindi chi dovrebbe proteggere queste persone in realtà sta mettendo a repentaglio la loro salute. Ci sono donne costrette a dormire nei container privi di  sicurezza per la loro incolumità, al punto che, mi hanno riferito, di aver rischiato stupri da parte di uomini ubriachi che si aggirano nella tendopoli: anche la vita di queste donne è messa a repentaglio da coloro che avrebbero dovuto garantire loro protezione.

Il governo maltese ha inoltre ritenuto idonea per i profughi una ex scuola; quest'ultima era stata chiusa perchè ritenuta poco salubre (e quindi non idonea!) per i ragazzi malatesi; vicino ad essa, infatti, passa un canale maleodorante dove viene scaricato di tutto. Ciò dimostra quanto razzismo c'è anche a livello istituzionale.









Il servizio sanitario non garantisce il diritto alla salute: c'è una forte carenza di informazioni sullo stato di salute del paziente, che recatosi dal medico non viene informato sul proprio stato di salute. Inoltre non  c'è nessun tipo di assistenza psicologica per le persone che hanno subito traumi o violenze.

Parlando con i profughi che sono a Malta da qualche anno, sono venuto a conoscenza di tante forme di discriminazione che sono costretti a vivere; ad esempio sul posto di lavoro, dove a parità di mansione la paga è più bassa rispetto a quella del cittadino maltese, non vengono garantiti i diritti sindacali, il sussidio di disoccupazione non spetta loro, pur pagando le tasse come i cittadini Maltesi. La popolazione maltese è fortemente disinformata in materia di immigrazione, spesso i politici fanno propaganda anti-immigrati, sopratutto contro gli Africani Neri. Non c'è nessun progetto di integrazione: la società maltese è fortemente diffidente nei confronti dei migranti che sbarcano sulle suproprie coste.
Serve un forte impegno di tutta la comunità internazionale per re-insediare i profughi in paesi dove possono trovare la protezione internazionale e un' accoglienza dignitosa, e che ora, invece, vivono nelle tende o nei container sotto il sole rovente. Ciò è difficile  perché nessuno li vuole sul proprio territorio. Bisogna sollecitare soprattutto i governi di USA, Canada e Australia perché offrano la possibilità di re-insediamento nei loro territori.
Chiedo alla Comunità Europea di prendere una chiara e forte posizione per porre fine alle illegittime detenzioni dei profughi e alla condizione di totale degrado in cui sono lasciati vivere.
Ho incontrato, durante la mia permanenza a Malta, i diversi enti che lavorano a favore dei profughi: JRS, UNHCR, Malta Emigrants Commission. Sono organizzazioni impegnate a diversi livelli per sostenere i profughi, ho fatto presente la mia lettura della realtà: mi hanno assicurato che lavoreranno per migliorare le condizioni attuali, là dove sarà possibile collaboreremo con esse.

don Mussie Zerai
Presidente dell'Agenzia Habeshia
per la Cooperazione allo Sviluppo
Tel. +39.3384424202

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