mercoledì 7 ottobre 2009
Roma- Asmara SpA
Politici e imprenditori corteggiano il dittatore eritreo che secondo
l’ONU ha il record di atrocità sulla popolazione. E mentre rafforza le
relazioni con l’ex colonia l’Italia scaccia gli esuli in fuga.
Di Fabrizio Gatti e Claudio Pappaianni, foto di Shawn Baldwin
L’annuncio di Silvio Berlusconi scivola senza clamore. «Abbiamo
chiuso la questione coloniale, non solo con la Libia» sostiene il
premici- dal palco: «E abbiamo l'apprezzamento di tutti í governi
africani.. Mancano pochi minuti alle sette dì seta, domenica 27
settembre, festa del Pdl a Milano. La platea osannante è esaltata
dagli insulti contro l'opposizione: «Sono adoratori di dittatori
sanguinati come Stalin, Mao, Poi Pot, »dice il presidente del
Consiglio. Nessuno in sala immagina che nel 2009 siano proprio lui,
Berlusconi Silvio, e il suo governo i principali sostenitori
dell'ultimo dittatore comunista sopravvissuto in Africa: Isaias
Afewerki, 64 anni, presidente dell'Eritrea dal 1993. Un record di
atrocità che secondo le Nazioni Unire batte la Corea del Nord. E che
da solo ha incrementato di quasi il 10 per cento il numero di
immigrati irregolari sbarcati a Lampedusa lo scorso anno: 2739
richiedenti asilo eritrei nel 2008. Ma agli affari non si guarda in
faccia. E dopo i contratti con il colonnello Gheddafi, la politica
estera italiana ora punta all'ex colonia, meno di cinque milioni di
abitanti, costo della manodopera quasi a zero grazie ai lavori forzati
e chilometri di spiagge sul Mar Rosso.
L'elenco delle aziende presenti ad Asmara o pronte a partecipare alla
riconquista è già corposo. Dai progetti di Italcantieri gestita da
uomini in affari con Paolo Berlusconi, il fratello, agli imprenditori
casertani in contatto con prestanome dei casalesi. Dagli aerei da
ricognizione della Orna Sud di Capita, Campania, alla produzione di
stoffe e camicie del gruppo Zambaiti di Bergamo. Dalle trattative di
Comunione e liberazione ai villaggi turistici costruiti dai militari
ai lavori forzati. Dall'assessore di centrodestra alla Sicurezza e al
Turismo della Regione Lombardia, Pier Gianni Prosperini eletto per
Alleanza nazionale («Sono stato nominato colonnello dell'esercito
eritreo e ne vado molto orgoglioso») agli aiuti di centrosinistra
della Regione Toscana. Dai venti pescherecci "multiuso" partiti dai
cantieri di Ancona alla Cmc di Ravenna, grande azienda di costruzioni
legata alle coop. Fino al finanziamento di 122 milioni di euro in
quattro anni concesso il 7 settembre dalla Commissione europea grazie
alla mediazione italiana. Un contributo che, secondo alcuni
europarlamentari, rischia di non avere controlli capillari per
l'assenza in Eritrea di organismi di vigilanza. E non è poco per un
Paese che brucia in spese militari il 6,3 percento del misero
prodotto interno lordo (media mondiale 2 per cento): 200.000 soldati
armati, 39.770 ogni milione di abitanti, oltre ai militari del
servizio civile. Un rapporto superato soltanto dalla Corea del Nord,
secondo i dati dell'international institute for strategie studies dí
Londra.
Il riferimento di Berlusconi alla chiusura della questione coloniale
«non solo con la Libia è il primo accenno ufficiale al nuovo corso.
Nonostante le frequentazioni scomode degli uomini di Afewerki alla
ricerca di dollari attraverso triangolazioni commerciali di ogni
tipo. Tanto che il segretario di Stato, Hillary Clinton, ha accusato
il regime per gli aiuti agli estremisti islamici filo Al Qaeda in
Somalia. Ma i contatti con l'Italia sono ormai mensili. Venerdi 18
settembre il ministro degli Esteri, Franco Frattini, riceve il collega
Osman Saleh e il consigliere politico del dittatore. Yemane Ghebreab,
l'artefice del terrore. Durante gli incontri a margine, la
delegazione eritrea confessa il suo apprezzamento per i respingimenti
degli esuli verso la Libia decisi dal ministro dell'Interno, Roberto
Maroni. Operazioni accompagnate dalla riduzione del raggio di azione
dei soccorsi da Italia e Malta: un ordine che in agosto ha contribuito
alla morte per fame e sete di 73 profughi eritrei su 78 alla deriva
su un barcone. IL dittatore di Asmara preferisce che i suoi esuli
rimangano imprigionati nelle carceri libiche. Da lì il controlla
meglio. Come mesi fa quando, secondo notizie portate in Italia da
altri profughi, gli 007 di Gheddafi fanno un favore ad Afewerki. In
quei giorni i libici informano il servizio segreto eritreo che a
Misurata sono arrivati dal deserto cinque migranti diversi dagli
altri. Sono medici, infermieri e guardie in servizio nel lager di
Eiraeiro. E’ il campo di massimo isolamento dove il dittatore dal 2001
tiene rinchiusi gli oppositori (articolo a pag.50). I cinque vogliono
denunciare in Italia quello che sanno sui detenuti politici
torturati o uccisi. Gli 007 libici li prelevano e con un volo li
riportano in Eritrea. Di loro non si sa più nulla.
Eppure il ministro Maroni ha più volte dato la sua parola sul rispetto
dei diritti umani a Tripoli. E così come sia Berlusconi sia il
ministro leghista Umberto Bossi hanno più volte detto: «Gli immigrati
hanno dei diritti, però a casa loro Ma dei diritti degli eritrei a
casa loro il governo non ne parla. Né durante l'incontro alla
Farnesina il 18 settembre, ne il 31 luglio quando Frattini invia in
Eritrea il direttore generale per i Paesi del}-,urica sub sahariana,
Giuseppe Morabito. Cosa sì dicono Mrabito e il presidente Afewerki è
sintetizzato nel comunicato ufficiale di Asmara: «Giuseppe Morabito
ha affermato che l'Italia considera l'Eritrea come partner
fondamentale. .. Egli ha inoltre espresso d desiderio dell'Italia di
rafforzare le relazioni economiche e commerciali». Altro incontro il 9
luglio tra Yemane Ghebreab, il consigliere politico inviato a Milano
dal dittatore, e Robi Ronza, tra i fondatori del meeting di Rimini di
Comunione e liberazione e ministro degli Esteri del governatore della
Lombardia, Roberto Formigoni. Cielle difende i diritti umani in
Eritrea? «Dal colloquio è emerso il forte interesse dell'Eritrea a
rinnovare i rapporti... a partire dallo sviluppo delle relazioni
economiche e culturali», annuncia l'agenzia Lombardia notizie:
«Seguirà una presentazione a Milano delle prospettive di investimento
in Eritrea, dove già operano con buoni risultati diverse imprese
lombarde.
Una di queste è ì! gruppo tessile di Giancarlo Zambaiti di Leffe
(Bergamo). Un gruppo che rifornisce i grandi marchi della moda e ha.
puntato sull'ex colonia. Il cotonificio Barattolo vicino ad Asmara
comprato per un dollaro dal governo e trasformato nella Za.Er.
Sessanta mi‑ noni investiti con il contributo pubblico della Siniest,
la finanziaria del ministero dello Sviluppo economico. Fabbrica con
Standard europei. Cinquemila camicie prodotte al giorno a costi di
manodopera locale. E una trattativa su più tavoli per far accogliere
la dittatura comunista tra í 154 Paesi del Bureau International
d'Expositions a Parigi, il salotto del commercio internazionale che
sceglie la sede dell'Expo. 1131 marzo 2008 il rappresenraitte del
regime ricambia il favore e vota per Milano 2015. In Eritrea la Cft
food technology di Parma, attraverso la Rossi&Catelli, gestisce due
fabbriche per la produzione di passata dì pomodoro e di purea di
banana. ltalcantieri, fondata dalla famiglia Berlusconi, e invece
ferma alla progettazione dì un migliaio di appartamenti ad Asmara.
finché questo incarico viene finanziato con soldi pubblici della
Sirnesr (vedi box pag. 48). Per la costruzione però il regi-me sceglie
imprese più convenienti in Co-rea del Sud. Le società in Eritrea
appartengono tutte al governo. Così altri soldi pubblici per un
milione di dollari della Simesr finiscono nel capitale con cui la
Ridri Trust Fund, cassaforte della dittatura, crea la Technobrake, una
joint-venture nella meccanica con le torinesi Emmerre srl, Valmichele
& Bernardo e la Domino Consulting di Vicenza. Altri curo della
finanziaria pubblica italiana sono impiegati per avviare i progetti
tra la Piccini spa, che a Perugia produce gru e macchine per
l'edilizia, e il Wefri Warsay lkaalo Co- spese struction, una sigla
governativa che prende il nome dalla campagna di rastrella-mento
fotzato di migliaia di giovani per il servizio militare a tempo
indeterminato e per i lavori forzati del servizio civile.
La Cmc di.Ravenna firma la costruzione dell'Asmara Palace Hotel.
Costo: 34,2 milioni.. Un progetto ora concluso. nato ítt joint-venture
tra la Chic, il governo e la Red Sea generai import-export, fon-data a
Busto Arsizio (Varese) da Tuolde Tesfamariarn, 61 anni, sostenitore
del regime in Eritrea e della nuova Democrazia cristiana in
Lombardia. Questa la missione della Cmc, secondo il suo sito:
«Sviluppare la democrazia.. .». Perfino la Cisl spende 508 mila e 991
mila curo per rafforzare i diritti umani e il ruolo del sindacato in
Eritrea: in realtà i due progetti rafforzano solo il Ncew, l'unico
sindacato di regime.
La dittatura controlla gli esuli in Italia attraverso una spietata
rete di informa-tori. L'ambasciata di Roma e il consolato di Milano
hanno l'abitudine di schedare perfino i,cittadini italiani: risultano
nell'elenco giornalisti de `"L'espresso" , del "Corriere della sera",
politici e im prenditori. Ne sa qualcosa Dania Avallone, 52 anni,
biologa subacquea, due settimane di arresti e interrogatori in Eritrea
nel 2003 come dipendente del ministero delle Risorse marine, e ora
attivista dell'associa zione Asper per i diritti umani degli eritrei
(www.asper-eritrea. com). Il 26 ottobre 2008 durante una
manifestazione pacifica a Roma viene picchiata da personale
diplomatico e da sostenitori del-la dittatura.
Quando atterrano in Italia, Afewerki, i suoi ministri e l'ambasciatore
sono liberi di muoversi ovunque. Da tre anni vanno su e giù tra Roma e
la provincia di Caserta alla ricerca di affari. Il riferimento è il
Consorzio riviera domizia di Sessa Aurunca. Sono gli imprenditori che
nel 2008 accompagnano il dittatore a caccia di aerei a buon mercato
nella visita allo stabilimento della Orna Sud a Capua. «Un
costruttore italo-eritreo, Giovanni Primo, ha completato due alberghi
a Massawa e sulle isole Dhalak a, spiega il presidente del consorzio,
Luigi Mascolo, 45 anni: «Ci sono piccoli imprenditori del casertano e
del Basso Lazio che vorrebbero investire nel turismo in Eritrea. Noi
facciamo da mediatori n Due dei nove imprenditori che costituiscono il
consorzio, secondo indagini della Procura antimafia dì Napoli, hanno
avuto contatti con emissari dei casalesi. «La questione è stata
archiviata noi siamo contro la camorra», dice il presidente. Tra i
nuovi progetti sul Mar Rosso, a Sud di Massawa a. l'hotel di Ghelalo è
per ora una cattedrale nei deserto. L'hanno tirata su i profughi
eritrei rimpatriati dalla Libia nel 2004 con voli pagati dall'Italia:
«Ghelalo è stato costruito da 450 prigionieri sotto il sole dall'alba
al tramonto. Venivamo bastonati come asini»,racconta un sopravvissuto
ora in Europa: Mancavano perfino pane e acqua. Ci sentivamo sepolti
vivi». Ma la concorrenza a Sharm el Sheik di Afewerki e i suoi amici
italiani sta per cominciare. Afronine, un'agenzia di viaggi di Porta
Venezia a Milano, vende per Capodanno una vacanza proprio a Ghelalo:
1.425 curo, il prezzo di 14 notti nell'hotel dell'orrore.
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