Partecipare concretamente alla vita collettiva dell’Italia maturando una propria coscienza civica grazie all’occasione fornita dal Servizio civile nazionale . E’ questo che chiede un giovane straniero che, con le associazioni ASGI (Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione) e APN (Avvocati per Niente ONLUS) , ha depositato al Tribunale di Milano un ricorso anti-discriminazione contro l’esclusione dei cittadini stranieri dalla partecipazione al Servizio Civile Nazionale.
Con il ricorso si intende pertanto non rivendicare una prestazione o un servizio, ma l’ adempimento di un diritto/dovere, quello di "difendere la patria" intesa come collettività di persone che vivono stabilmente su un territorio e che sono legate tutte, senza distinzioni di cittadinanza formale, da un unico vincolo di solidarietà.
Attualmente l'art. 3 d.lgs. n. 77/02 prevede che ai bandi per essere ammessi al servizio civile (cui accederanno quest'anno 10.000 giovani, ma il mondo del volontariato richiede da tempo un ampliamento del numero di ammessi) possano partecipare i soli cittadini italiani.
Per i giovani stranieri che sono nati sul nostro territorio o che vi vivono da molti anni il requisito della cittadinanza per partecipare al Servizio Civile rappresenta una evidente irragionevolezza e un ulteriore inutile ostacolo alla loro integrazione.
Le associazioni ASGI (Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione) e APN (Avvocati per Niente ONLUS) hanno depositato avanti il Tribunale di Milano un ricorso a sostegno della richiesta di uno studente pakistano di 26 anni che, pur essendo residente in Italia da 15 anni, non può svolgere il servizio civile volontario essendo privo della cittadinanza italiana.
Attraverso il ricorso, le associazioni chiedono al Giudice di far applicare il principio di parità fissato dall'art. 2 del T.U. immigrazione e dai principi costituzionali di uguaglianza e ragionevolezza ribaditi con forza da recenti sentenze della Corte Costituzionale, obbligando il Dipartimento del servizio civile a riaprire il bando (che si è chiuso venerdì scorso) agli stranieri, o quantomeno ai cittadini membri dell’Unione europea. In subordine chiedono che il Giudice rimetta la questione alla Corte Costituzionale affinché venga valutato in quella sede il contrasto tra detta esclusione e gli artt. 2 e 3 della Costituzione.
L'azione legale intende anche richiamare l'attenzione sul fatto che molti dei giovani interessati a questa rivendicazione sono "stranieri" solo a causa di una legge sulla cittadinanza ingiusta e antiquata e si collega quindi alla campagna "L’Italia sono anch'io" (alla quale le due associazioni aderiscono, www.litaliasonoanchio.it ) per una proposta di legge di iniziativa popolare in tema di cittadinanza che estenda, tra l’altro, le possibilità di acquisto della cittadinanza italiana per nascita sul territorio italiano e per chi vi è giunto durante la minore età. Analogo ricorso è stato presentato da una giovane albanese avanti il Tribunale di Brescia con il sostegno della fondazione Guido Piccini per i diritti dell'uomo ONLUS e della CGIL di Brescia.
L’azione dell’ASGI si svolge anche nell’ambito del progetto di monitoraggio e contrasto delle discriminazioni in Italia svolto dalle antenne territoriali di Firenze e Roma, con il sostegno della Fondazione Open Society- Justice Iniziative.
P. l’ASGI
Il Presidente Avv. Lorenzo Trucco
Contatti: Avv. Alberto Guariso, tel. 02/89078611
Avv. Daniela Consoli, tel. 055/5048548
A.S.G.I. - Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione
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