(AGI/AFP) - Stoccolma, 16 ott. - Il ministro degli Esteri svedese Carl Bildt e’ nel pieno delle polemiche, accusato di non aver fatto abbastanza per aiutare due giornalisti svedesi arrestati in Etiopia il primo luglio scorso le cui inchieste avrebbero potuto danneggiarlo.
Il fotografo Johan Persson, 29 anni e il giornalista Martin Schibbye, 30 anni, entrambi free lance, sono stati arrestati nella regione dell’Ogaden dopo essere riusciti a entrare dalla Somalia con i ribelli dell’Ogaden National Liberation Front (ONLF). Persson e Schibbye sono accusati di favoreggiamento dell’attivita’ terroristica e di ingresso illegale nel paese. Il loro processo si apre domani e rischiano 20 anni di prigione se condannati. A far insospettire i media e’ stato il fatto che Bildt ha temporeggiato nel chiedere il rilascio dei due. “Si trovavano in una zona per la quale avevamo emesso un ‘travel warning’”, ha dichiarato. Bildt ha anche chiesto all’Etiopia di liberare Persson e Schibby ma i media e le organizzazioni per i diritti umani si sono scagliate contro di lui per la sua lentezza nei primi giorni dell’arresto.
I sospetti sono aumentati quando la stampa svedese ha rivelato che la coppia era in quella regione remota per indagare sulle attivita’ di una societa’ affiliata alla Lundin Petroleum, compagnia petrolifera svedese. Bildt e’ stato componente del consiglio di amministrazione della Lundin dal 2000 al 2006 anno in cui diventato ministro degli Esteri. Secondo alcuni media Persson e Schibbye erano in Ogaden per denunciare abusi sui diritti umani commessi dai militari etiopi per proteggere le attivita’ petrolifere, comprese quelle della Lundin, dai ribelli dell’Onlf. Costretto a spiegare il suo ruolo nelle operazioni della Lundin, Bildt ha dichiarato che non era piu’ nel Consiglio della Lundin quando la compagnia ha ottenuto la concessione per le esplorazioni in Etiopia. Desiree Pethrus, un componente del Parlamento ha criticato il comportamento del primo ministro: “Penso che avrebbe dovuto intervenire politicamente, non e’ solo un problema del consolato”. Opinione condivisa dal direttore del magazine Filter per cui stavano lavorando i due reporter. “E’ molto strano che Bildt e il primo ministro dichiarino che non e’ un problema politico dal momento che lo ha dichiarato la stessa Etiopia”.
Il primo ministro etiope Meles Zenawi e’ intervenuto sulla vicenda durante una visita a Oslo e ha dichiarato che Persson e Schibbye non sono giornalisti ma messaggeri di un’organizzazione terroristica. “Perche’ un giornalista - ha dichiarato Zenawi - dovrebbe entrare in un paese con questi terroristi, scortato da loro e partecipare ai loro combattimenti? Se questo e’ giornalismo, non so cosa sia il terrorismo”. Questo commento ha incrementato in Svezia i timori che nei loro confronti non verra’ svolto un giusto processo. (AGI) Mi6
http://www.diritto-oggi.it/archives/00060877.html
Il fotografo Johan Persson, 29 anni e il giornalista Martin Schibbye, 30 anni, entrambi free lance, sono stati arrestati nella regione dell’Ogaden dopo essere riusciti a entrare dalla Somalia con i ribelli dell’Ogaden National Liberation Front (ONLF). Persson e Schibbye sono accusati di favoreggiamento dell’attivita’ terroristica e di ingresso illegale nel paese. Il loro processo si apre domani e rischiano 20 anni di prigione se condannati. A far insospettire i media e’ stato il fatto che Bildt ha temporeggiato nel chiedere il rilascio dei due. “Si trovavano in una zona per la quale avevamo emesso un ‘travel warning’”, ha dichiarato. Bildt ha anche chiesto all’Etiopia di liberare Persson e Schibby ma i media e le organizzazioni per i diritti umani si sono scagliate contro di lui per la sua lentezza nei primi giorni dell’arresto.
I sospetti sono aumentati quando la stampa svedese ha rivelato che la coppia era in quella regione remota per indagare sulle attivita’ di una societa’ affiliata alla Lundin Petroleum, compagnia petrolifera svedese. Bildt e’ stato componente del consiglio di amministrazione della Lundin dal 2000 al 2006 anno in cui diventato ministro degli Esteri. Secondo alcuni media Persson e Schibbye erano in Ogaden per denunciare abusi sui diritti umani commessi dai militari etiopi per proteggere le attivita’ petrolifere, comprese quelle della Lundin, dai ribelli dell’Onlf. Costretto a spiegare il suo ruolo nelle operazioni della Lundin, Bildt ha dichiarato che non era piu’ nel Consiglio della Lundin quando la compagnia ha ottenuto la concessione per le esplorazioni in Etiopia. Desiree Pethrus, un componente del Parlamento ha criticato il comportamento del primo ministro: “Penso che avrebbe dovuto intervenire politicamente, non e’ solo un problema del consolato”. Opinione condivisa dal direttore del magazine Filter per cui stavano lavorando i due reporter. “E’ molto strano che Bildt e il primo ministro dichiarino che non e’ un problema politico dal momento che lo ha dichiarato la stessa Etiopia”.
Il primo ministro etiope Meles Zenawi e’ intervenuto sulla vicenda durante una visita a Oslo e ha dichiarato che Persson e Schibbye non sono giornalisti ma messaggeri di un’organizzazione terroristica. “Perche’ un giornalista - ha dichiarato Zenawi - dovrebbe entrare in un paese con questi terroristi, scortato da loro e partecipare ai loro combattimenti? Se questo e’ giornalismo, non so cosa sia il terrorismo”. Questo commento ha incrementato in Svezia i timori che nei loro confronti non verra’ svolto un giusto processo. (AGI) Mi6
http://www.diritto-oggi.it/archives/00060877.html
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