venerdì 14 ottobre 2011

Emergenza: Eritrei - Etiopi sequestrati dai trafficanti nel Sinai



La gravissima situazione dei profughi eritrei nel Sinai, non conosce fine. Nel mese scorso sono stati torturati a morte 4 persone, sono a rischio 41 persone di cui 7 donne, una di queste ultime è in stato di gravidanza. In un altro gruppo ci sono altre 44 persone, di cui 11 donne, 32 uomini e di questi 3 sono minorenni. I prigionieri gridano tutta la loro disperazione al telefono, chiedono aiuto, raccontano la loro segregazione in strutture sotterranee, i continui maltrattamenti e torture con scariche elettriche, plastica fusa sulla pelle dei mal capitati, abusi sessuali sulle donne. Ci sono centinaia di altri profughi in simili condizioni nel Sinai; non sappiamo quante persone hanno perso la vita per mano dei trafficanti, poiché non hanno soldi per pagare il riscatto preteso dai predoni. Molti mi hanno riferito che hanno già pagato fino a 15 mila dollari, circa 17 persone hanno già versato una media di 25 mila dollari, sono stati rilasciati nei territori dello Stato di Israele. L'inerzia degli Stati fa la fortuna dei criminali che si arricchiscono, un giro di affari milionari questo traffico che sta costringendo centinaia di famiglie ad indebitarsi per somme che non potranno pagare per decenni, ma pur di salvare la vita al proprio figlio/figlia o marito vendono tutto, o come molti finiscono nelle mani degli usurai. Le casse dei trafficanti hanno base in Israele, Dubai, Khartoum, Il Cairo, Asmara. Perché l'ONU e l'UE non si impegnano a fondo per stroncare questo traffico di esseri umani? Ci sono le convenzioni internazionali per la lotta contro la tratta di esseri umani. Non sono gli strumenti che mancano, ma la volontà politica degli Stati.


Da un anno denunciamo questi crimini contro l'umanità, umanità più indifesa perché in fuga dal proprio Paese, senza che nessuno Stato reclami la violazione dei loro diritti. Noi stiamo tentando di dare voce a questi uomini e donne privati di ogni loro sacrosanto diritto di vivere in pace, il diritto di trovare protezione presso gli Stati dove sono venuti a chiedere asilo; molti vengono privati anche del diritto alla vita, per mano dei trafficanti, come per mano dei soldati di confine, in nome della sicurezza nazionale. Il dispiegamento di forze contro la pirateria in mare, come il recente blitz della Marina Inglese che ha liberato gli ostaggi della nave Monte Cristo, altrettanto impegno e volontà risolutiva ci vorrebbe anche per ottenere la liberazione di più di 500 profughi in ostaggio nel Sinai. Facciamo appello a tutte le Organizzazioni umanitarie, a tutte le Istituzioni internazionali, che facciano tutto lo sforzo necessario per stroncare questo traffico, salvare le centinaia di vite che sono in pericolo costante per la loro esistenza.
don Mussie Zerai 

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