mercoledì 22 aprile 2009

Rifugiati, un giorno di follia cariche, feriti e traffico in tilt

Ilaria Carra e Massimo Pisa Binari delle Nord occupati, poi in centinaia a piedi sulla Milano-Meda "Vogliamo andare in Svizzera". Alla fine in 150 si rifugiano all´ex Pini Moioli: "Non si può accoglierli tutti" De Corato: "Guidati dai centri sociali" Un pezzo di città bloccato per tutto il pomeriggio, con momenti di forte tensione e scontri tra le forze dell´ordine e i circa 300 profughi, per lo più eritrei e tutti con permesso di soggiorno regolare per motivi umanitari o asilanti come da censimento di due giorni fa, che venerdì avevano occupato l´ex residence Leonardo da Vinci a Bruzzano. Ieri mattina, intorno alle otto, la polizia si è presentata all´edificio di via Senigallia con l´intenzione di riconsegnarlo ai legittimi proprietari, l´immobiliare Statuto. Un primo momento di tensione è nato quando circa una cinquantina di immigrati, usciti presto per andare a lavarsi e fare colazione, non sono più stati fatti rientrare nello stabile, blindato da camionette di polizia e carabinieri. Di lì a poco gli immigrati hanno deciso di occupare i binari delle Ferrovie Nord, a ridosso dell´edificio occupato, causando il ritardo di un´ora per sei treni. Dopo una serie di inviti, sono stati trascinati con la forza lontano dai binari. Alcuni di loro hanno proseguito poco più avanti fino alla stazione di Bruzzano, bloccando a fasi alterne il passaggio a livello. Al tentativo degli immigrati, tra cui molte donne e passeggini, di sfondare il cordone per ritornare allo stabile, all´interno del quale era rimasto circa un centinaio di profughi, la polizia ha risposto con diverse cariche. Ma i momenti di tensione più forte si sono verificati quando gli immigrati, dopo aver abbandonato lo stabile spontaneamente, si sono rifiutati più volte di accettare la proposta del Comune di passare la notte nei dormitori comunali. «È anni che facciamo questa vita - spiega Paulus J., 35 anni, eritreo, uno dei portavoce della comunità - siamo rifugiati politici e vogliamo una casa. Il dormitorio per noi è un carcere: preferisco dormire sulle panchine, almeno lì sono libero». Gli scontri più duri nel primo pomeriggio, quando i migranti occupano la Milano-Meda e vengono caricati più volte dalla polizia. La serata termina all´ex Paolo Pini: si dorme accampati, mentre i medici di strada del Naga portano le coperte. Per il prefetto Gian Valerio Lombardi è stato fatto il possibile: «Milano è una città aperta all´accoglienza, il Comune ha fatto tutto il possibile offrendo un´ospitalità che è stata rifiutata, e le forze dell´ordine si sono comportate in modo corretto: dispiace per queste persone, ma anche la Convenzione di Ginevra parla di diritti e di doveri dei richiedenti asilo politico, che vuol dire che bisogna anche rispettare le leggi dei paesi ospitanti, e accettare l´offerta di un lavoro». Dal comune arriva una doppia risposta. L´assessore Mariolina Moioli promette «porta aperta per chi ne ha diritto, non possiamo accogliere tutti», poi avanza dubbi sulla composizione del gruppo di migranti che da quattro giorni occupa il Leonardo Da Vinci: «Ci sono stati arrivi da tutta Italia e sembrano arrivi pilotati. Abbiamo offerto ospitalità a donne e bambini e a chi non è ancora inserito nel programma di protezione ma hanno rifiutato: vogliono la casa e poi andarsene all´estero». Il vicesindaco Riccardo De Corato punta il dito sui centri sociali: «Sono i registi occulti dell´occupazione abusiva, hanno scatenato incidenti come già accaduto in passato. È una chiara dimostrazione della loro pericolosità, vanno disattivati. Quanto ai rifugiati, devono stare in un centro di accoglienza, non occupare una struttura privata o i binari. Milano non è il Paese di Bengodi». Davide Boni, capogruppo leghista in Regione, solidarizza con polizia e carabinieri: «Non è con la forza, né violando le leggi che si possono riaffermare i propri diritti. Assaltare i binari è inammissibile». Il Pd chiede al comune una soluzione stabile per i rifugiati: «Si progetti un vero intervento di seconda accoglienza - sostengono Andrea Fanzago e Marco Granelli - insieme alle numerose organizzazioni del volontariato. Non si può gestire questa realtà come emergenza». Vittorio Agnoletto, eurodeputato di Rifondazione, annuncia un´interrogazione alla Commissione europea. Duro Luciano Muhlbauer, consigliere regionale del Prc: «È una presa in giro, una cosa indegna. Qui ci sono profughi regolari trattati come delinquenti. Le istituzione si assumano le loro responsabilità».

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