martedì 31 marzo 2009

Immigrati, 500 dispersi nel Mediterraneo: "No all'indifferenza"

ROMA - Il Centro Astalli esprime dolore e sconcerto per quanto sta accadendo in queste ore a largo della Libia. "Oltre 500 dispersi in mare- si legge in una nota- e' l'ennesima tragedia che si consuma ai danni di chi, in cerca di una vita libera e dignitosa, e' costretto ad affidarsi a trafficanti senza scrupoli per raggiungere l'Europa. Non si puo' piu' rimanere indifferenti a cosa sta accadendo in molto paesi africani, dove migliaia di persone non riescono a sopravvivere a causa della mancanza dei piu' elementari diritti umani. C'e' un'umanita' che chiede all'Europa aiuto e protezione da guerre e sanguinose dittature alla quale non si puo' restare indifferenti. È indispensabile creare un canale umanitario, sicuro e fuori dai traffici clandestini che permetta di esercitare il diritto d'asilo". "Ancora una volta - prosegue il Centro Astalli- le politiche cosiddette di sicurezza messe in atto da molti governi europei tra cui quello italiano risultano inefficaci nel gestire un fenomeno inarrestabile come quello delle migrazioni forzate". "Anche negli accordi con la Libia- sostiene padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli- il governo italiano non dovrebbe negoziare in alcun modo il rispetto dei diritti umani e la garanzia della possibilita' di accesso all'Europa a chi si mette in viaggio in cerca di protezione". Sconcerto viene espresso anche dall'agenzia Habeshia, impegnata nella cooperazione allo sviluppo. "Perche' non e' stato possibile evitare simili tragedie? Cosa fa l'Agenzia Frontex se non puo' prevenire queste tragedie? Il suo compito e' solo quello di impedire che gli immigrati arrivino vivi nel continente europeo? Non potrebbe fare prevenzione salvando vite umane dalla morte per annegamento nel mediterraneo, che gia' da tempo e' diventato la tomba dei disperati? L'Europa non si vergogna di fronte a simili tragedie della sua politica difensiva a danno delle vite umane che muoiono ai suoi confini. Di fronte alla disperazione, persecuzioni, miserie che spingono migliaia di immigrati verso l'Europa, non c'e' nessun accordo che tenga. L'Europa deve avviare una seria politica di programmazione di reinsediamento dei richiedenti asilo politico e rifugiati, apolidi, profughi. Non serve alzare barricate di navi, militari o accordi bilaterali che non prevedono la salva guardia della dignita' e vita umana". 31 marzo 2009

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